In Italia lo sviluppo economico passa necessariamente del mattone, come negli anni ’60. La pensa così il governo che nel nuovo decreto sviluppo prossimo al varo (la data prevista è il 6 maggio) dà ampio spazio alle semplificazioni e agli incentivi per l’edilizia. Compresa una riedizione del piano casa con la speranza di rimediare al flop della prima versione. Altre novità riguarderanno il nuovo documento unico e la rinegoziazione dei mutui. Vediamole in sintesi.
Cemento più libero
La parola d’ordine è “semplificazione“, ovvero ridurre il più possibile gli adempimenti nel settore dell’edilizia privata. La ristrutturazione uscirà per esempio dal campo degli interventi che hanno bisogno della licenza edilizia rilasciata dai comuni: basterà la Scia (segnalazione certificata di inizio attività) e quindi il silenzio-assenso da parte del comune (che può intervenire entro 60 giorni). Anche per ottenere lo sconto fiscale del 36% o del 55% non sarà più necessaria la comunicazione anticipata all’agenzia delle Entrate.
La Scia e il silenzio-assenso varranno anche per lavori più consistenti come l’ampliamento delle volumetrie e modifica della struttura dell’immobile (“aumento di unità immobiliari, modifiche del volume, della sagoma, dei prospetti o della superficie”). In sostanza il governo vuole rilanciare il “piano casa” dopo lo scarso successo delle prima edizione del 2009 per colpa – sempre secondo l’esecutivo – delle regioni, a cui era delegata l’attuazione pratica. Col nuovo provvedimento lo Stato potrà sostituirsi alle regioni “inadempienti”.
Il nuovo documento unico
La semplificazione toccherà anche la burocrazia quotidiana del cittadini. Dovrebbe essere finalmente varata la carta d’identità elettronica. Grazie alla tecnologia sarà in realtà un documento unico che sostituisce anche il codice fiscale, la tessera sanitaria, la patente e il passaporto.
Banche, buone notizie per chi si indebita
Nel decreto sviluppo dovrebbero esserci anche provvedimenti a favore di chi contrae mutui e prestiti. Sono allo studio modifiche al criterio di definizione del tasso d’usura (attualmente la soglia è il 50% oltre il tasso medio), modifiche che tengano conto anche delle commissioni occulte. Interventi annunciati anche per la negoziabilità dei mutui a vantaggio delle famiglie colpite dalla crisi che non sono più in grado di far fronte alle rate. (A.D.M.)