(Teleborsa) Il quadro generale non è sicuramente dei più rosei: se, infatti, le ultime stime sulla crescita dell’Italia mettono in forte dubbio la sostenibilità dei contenuti della Legge di bilancio recentemente approvata, a peggiorare una situazione già compromessa ci ha pensato anche la stretta della Bce sui crediti deteriorati.
Da Francoforte, infatti, è arrivata la richiesta ai maggiori istituti europei, tra i quali l’istituto senese Mps, di coprire integralmente gli Npl esistenti a marzo 2018 entro il 2026 . Le banche assicurano che non c’è nessun allarme e, per il momento, anche gli investitori non sembrano preoccupati più di tanto.
A testimoniare un clima piuttosto sereno, l’andamento dei BoT a 12 mesi che nelle ultime giornate stanno andando letteralmente a ruba, sia sul primario quanto sul secondario.
I BoT vanno a ruba – La settimana scorsa l’asta di titoli di Stato italiani con scadenza a un anno ha fatto il pieno: sono stati venduti BoT per un controvalore di 7 miliardi, il massimo della forchetta, a fronte di una domanda molto più ampia (10,7 miliardi) e con un tasso allo 0,285%, in evidente calo rispetto allo 0,376% dell’asta di dicembre e ancora di più rispetto allo 0,63% “battuto” a novembre.
Perché i titoli di Stato italiani a breve scadenza stanno performando così bene, attirando l’interesse degli investitori?
Come scrive il Sole 24 Ore: “I forti movimenti sui BoT delle ultime settimane indicano chiaramente che le banche si stanno preparando a una nuova asta Ltro o Tltro della Bce – spiega Massimo Saitta, direttore investimenti di Intermonte advisory e gestione -. Sono infatti soprattutto le banche, sia italiane che europee, a comprarli”.