Alla ripresa dei lavori a settembre il Parlamento sarà chiamato a votare il Decreto Concorrenza, e in vista dell’appuntamento la società Poste Italiane ha già iniziato un sotterraneo lavoro di lobbing sulla politica, come riportail Fatto Quotidiano. Perchè da quella votazione dipende la sopravvivenza o meno, per la società prossima alla quotazione in Borsa, di un business da non meno di 300 milioni di euro l’anno: quello della consegna delle multe, che va sotto il nome di “riserva legale sugli atti giudiziari”.
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IL BUSINESS DELLE CONTRAVVENZIONI – Per consegnare le contravvenzioni agli automobilisti, e i 28 milioni di atti giudiziari generati da 9 milioni di processi l’anno, le Poste guadagnano in beata solitudine, senza il disturbo di alcuna concorrenza, imponendo il prezzo che vogliono. Un mercato ricco e sicuro del valore di almeno 300 milioni di euro l’anno, conosciuto appunto in gergo come “riserva legale sugli atti giudiziari”.
SCADENZA E RINNOVO – Quotazione in Borsa e mantenimento della riserva legale sono intrecciate, e secondo la migliore tradizionale italiana, il viatico per la privatizzazione in corso è ancora una volta il consolidamento di un monopolio. Di recente, nel corso di un’audizione parlamentare davanti alle Commissioni Attività produttive e Finanze dedicata alla concorrenza, l’amministratore delle Poste si è fatto coraggio azzardando la richiesta: la possibilità di mantenere per altri 3 anni e fino al 2019 il monopolio sulle multe e gli atti giudiziari che dovrebbe scadere il 10 giugno 2016.
PREZZI FUORI MERCATO – L’Antitrust ha approvato nel 2013 una delibera specifica sull’argomento (la numero 728) in cui chiarisce che il prezzo preteso dalle Poste per la consegna degli atti giudiziari è del 100 per cento superiore al costo. I prezzi imposti ai comuni e alle amministrazioni pubbliche vanno da un minimo di 7 euro ad un massimo di 19. Dipende dal tipo di atto da consegnare, dal suo volume e peso, dalla zona interessata. Costano di più, ovviamente, i recapiti in zone periferiche e di meno quelli nelle città e ancora di meno quelli nella stessa città di spedizione. Secondo l’Antitrust i prezzi praticati dalle Poste sono da 4 a 5 euro superiori a quelli di un potenziale mercato. Detto in altro modo: con gli atti giudiziari le Poste guadagnano da metà a circa un terzo più del dovuto. In Europa il mercato della consegna delle multe e dei documenti giudiziari è libero ovunque tranne in Italia e altri due paesi: Polonia e Portogallo.