La corruzione è una piaga per l’economia mondiale e la società: ha dei costi elevati. Solo le tangenti pagate ogni anno ammontano a 1.500-2.000 miliardi di dollari, il 2% del Pil globale. A lanciare l’allarme è il direttore del Fondo monetario internazionale, Christine Lagarde.
IMPATTO CORROSIVO – La pratica delle mazzette è responsabile di “crescita bassa” e porta a “una maggiore diseguaglianza dei redditi”. Ma crea anche “disincentivi per i contribuenti nel versare le tasse” e dall’altro “riduce l’impeto di uno stato a raccogliere tasse perché in paesi altamenti corrotti e dipendenti dagli aiuti, l’incentivo a mobilitare entrate a livello locale può essere basso”.
“La corruzione ha un impatto corrosivo sulla società. Può mettere a rischio la fiducia nel governo ed erodere gli standard etici dei privati cittadini”, ha spiegato Lagarde, sottolineando che il fenomeno favorisce l’evasione fiscale e impedisce gli investimenti esteri e nazionali. “In una società – ha aggiunto – in cui il successo dipende di più da chi si conosce invece che dai meriti personali, gli incentivi all’istruzione per i giovani sono a rischio”.
TRASPARENZA – “I costi diretti sono conosciuti, quelli indiretti possono essere ancora più sostanziali, traducendosi in una minore crescita e in una maggiore disuguaglianza”, mette in evidenza Lagarde, denunciando anche gli elevati costi sociali. Serve ”trasparenza” da parte delle autorità, così da consentire ai cittadini di monitorare l’attività. E serve un “ruolo maggiore della società civile. Con l’uso dei social media la società può diventare una forza nel combattere la corruzione”.
RIPERCUSSIONI SULLA SPESA PUBBLICA – Tra i danni “collaterali”, ci sono le possibili ripercussione sulla spesa pubblica. ll Fondo Monetario cita uno studio di PriceWaterhouseCoopers del 2013 secondo cui la corruzione ha alzato i costi dei progetti pubblici in media del 13% in otto stati europei (tra cui Francia, Italia, Spagna e Olanda). Spese pubbliche inutili e meno entrate, continua il fondo, si traducono in “deficit fiscali maggiori e in un accumulo sostanziale del debito”.
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