Coronavirus: da imprese a Bankitalia crescono timori per economia italiana

Nel frattempo, è saltato il Mobile World Congress di Barcellona

Era nell’aria da qualche giorno ma solo ieri è arrivata l’ufficialità. Dopo la sfilza di defezioni, il  Mobile World Congress, la più importante fiera della telefonia mobile in programma a fine febbraio a Barcellona, non si farà a causa del coronavirus. Lo ha stabilito la Gsma, l’associazione mondiale degli operatori delle telecomunicazioni che organizza l’evento.

Ultime in ordine di tempo a dare forfait, Vodafone e Nokia. Ma è lungo l’elenco delle defezioni: Ericsson, Lg, Amazon e Facebook, per citare le più eccellenti.
 
UE PREOCCUPATA – Mentre la situazione, da un punto di vista sanitario, è ancora in piena evoluzione, segnali di preoccupazione e incertezza sul fronte economico arrivano dalla Commissione Europea, che nella giornata di ieri ha diffuso le proprie previsioni economiche di inverno segnalando “nuovi rischi” come il Coronavirus che lasciano le prospettive “ancorate al ribasso”,   pur lasciando invariato il dato complessivo sulla Ue e sull’Eurozona (rispettivamente a +1,4% e +1,2%). Riviste al ribasso invece le stime sull’Italia.
 

FMI, DATI SU IMPATTO ECONOMICO FORSE A FINE MESE – La situazione in Cina è in “rapida” evoluzione e il Fondo Monetario Internazionale spera di riuscire a fornire dei dati precisi sull’impatto dell’epidemia al prossimo incontro dei ministri delle finanze del G20 che si terrà a Riad, in Arabia Saudita, il 22 e 23 febbraio. Lo ha detto il portavoce del Fmi, Gerry Rice, durante un briefing con la stampa a Washington.

“La Cina è una grande economia con le risorse e la determinazione per fronteggiare” il Coronavirus, ha detto, aggiungendo che le autorità cinesi stanno “prendendo molto seriamente” questa situazione.

 
 
DA IMPRESE A BANKITALIA, CRESCE PREOCCUPAZIONE IN CASA NOSTRA – Intanto, crescono i timori  anche in Italia. Visco, nelle scorse ore, ha parlato di una fase delicata. L’economia italiana, ha ricordato, registra una fase di stagnazione, nella quale ai vecchi problemi si aggiunto lo spettro – ancora non quantificabile nei suoi effetti globali – del coronavirus e del suo impatto sulla crescita cinese e su quella mondiale. 
 
Allarmati ovviamente anche gli industriali italiani, grandi e piccoli, preoccupati che le soluzioni adottate abbiano impatti negativi immediati su lusso e turismo che, qualora l’emergenza dovesse protrarsi a lungo, potrebbero “contagiare” anche altri settori del Made in Italy.