Hai bisogno di un conto corrente o di un conto deposito? Tutte le differenze che dovresti sapere

Il conto corrente ed il conto deposito sono due differenti strumenti finanziari, che permettono di accedere a diversi servizi ed opportunità

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 16 Maggio 2019 07:30Aggiornato: 6 Marzo 2024 16:16

Quando si parla di gestione di liquidità e risparmi, i prodotti bancari a cui si pensa immediatamente sono il conto corrente e il conto deposito. Si tratta di strumenti finanziari di uso comune adatti sia a privati sia ad aziende, molto simili e al tempo stesso diversi per funzionalità, gestione e vantaggi che permettono di ottenere.

La scelta del prodotto più adatto alle proprie esigenze, dunque, non potrà che partire da una valutazione attenta dei “pro” e dei “contro” di ciascuna di queste forme di risparmio. In alcuni casi, poi, potrebbe essere preferibile optare per una soluzione che li comprenda entrambi.

Vediamo quindi nel dettaglio quali sono le principali differenze tra conto corrente e conto deposito, a quali servizi consentono di accedere e come scegliere il prodotto migliore a cui affidare il proprio denaro.

Conto corrente: cos’è e come funziona

Aprire un conto corrente significa sottoscrivere un prodotto erogato da un istituto di credito a cui si affida la custodia di una certa somma di denaro destinata alla gestione delle spese quotidiane più ricorrenti. In cambio, il titolare ha accesso ad una serie di servizi attraverso cui può disporre in qualsiasi momento delle proprie “liquidità”.

Può eseguire bonifici, prelievi, addebiti automatici di bollette, rate del mutuo e altri pagamenti periodici, ma anche effettuare versamenti o disporre l’accredito di stipendio o pensione.

Il conto corrente è sempre identificato da un numero IBAN, cioè un codice alfanumerico composto da 27 cifre che è necessario conoscere per effettuare accrediti o addebiti (previa autorizzazione del correntista). Tra i servizi abbinati al conto, solitamente sono inclusi bancomat, carta di credito e libretto degli assegni, la cui erogazione viene pattuita, per modalità e costi, in fase di apertura del conto corrente stesso. Solitamente, tali servizi sono concessi tramite pagamento di una quota annuale o di un canone che varia a seconda della banca.

Conto deposito: definizione e funzionalità

Il conto deposito è uno strumento bancario paragonabile ad una forma di investimento a basso rischio ed è tutelato sulle somme depositate fino a 103 mila euro dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.

Un conto deposito deve essere necessariamente vincolato ad un conto corrente tradizionale (conto di appoggio) in modalità libera – con capitale sempre disponibile – o vincolata, cioè con una scadenza prefissata al termine della quale il denaro potrà essere ritirato dal titolare del rapporto. Si può decidere di associare un conto deposito ad un conto corrente fornito dallo stesso istituto di credito, oppure collegarlo a quello già aperto presso un istituto differente.

In generale, le uniche operazioni previste dal conto deposito sono prelievi, versamenti e giroconti, solo in alcuni casi è possibile accreditare stipendi e pensioni.

Dal momento che il conto deposito gode di tassi di interesse più elevati sulle somme depositate, esso è adatto a chi ha bisogno di un prodotto semplice e sicuro per far fruttare i propri risparmi garantendosi un rendimento minimo nel tempo. Anche se gli anni in cui i tassi erano davvero vantaggiosi sono ormai lontani, il conto deposito rappresenta ancora oggi la soluzione più diffusa per “parcheggiare” i propri risparmi ed evitare che rimangano infruttuosi, in attesa di un investimento più conveniente.

Conto corrente e conto deposito: differenza

Come è facile intuire, conto corrente e conto deposito si differenziano principalmente per finalità, operatività e benefici connessi.

Per quanto concerne la finalità, il conto corrente è la soluzione giusta (nonché indispensabile) per gestire il denaro nella quotidianità. Il conto deposito, invece, è più adatto a chi dispone di una somma di denaro inutilizzata e desidera investirla in un prodotto con un margine di rischio molto basso.

Essendo destinati a finalità opposte, anche l’operatività è molto diversa. Estremamente ampia, per il primo, limitata e ristretta a poche funzioni per il secondo.

Veniamo ai tassi di interesse. Essi sono generalmente assenti o inferiori allo 0,5% per quanto riguarda il conto corrente, più interessanti o “privilegiati” per il conto deposito. In quest’ultimo caso, il tasso tende ad aumentare in funzione della somma depositata e del vincolo temporale previsto dal contratto.

I costi dei due prodotti

Un altro aspetto importante da considerare, è quello relativo alle spese previste per ognuna di queste formule. Online esistono diversi strumenti e comparatori che consentono di valutare i prodotti più convenienti in base alle proprie esigenze, ma è bene tenere presente qualche indicazione di massima:

  • conto corrente: il canone annuale varia in base ai servizi correlati e al numero di operazioni effettuabili, allo sportello o su internet (Home Banking). Alcune banche online offrono conti correnti a zero spese a patto che non si effettuino operazioni allo sportello (prelievi a parte).In quasi tutti i casi, sono previste commissioni per operazioni particolari o prelievi effettuati da terminali di banche non aderenti al circuito dell’Istituto di Credito erogatore. Ci sono poi le imposte di bollo, pari a 34,20 euro all’anno per giacenze medie superiori a 5 mila euro, e 100 euro annue per i conti sottoscritti da persone giuridiche. I conti correnti con giacenze medie inferiori ai 5 mila euro sono esentati dal pagamento dell’imposta;
  • conto deposito: data la scarsa operatività di questo prodotto, a differenza del conto corrente, il conto deposito non prevede costi fissi o canoni annuali di apertura, gestione e chiusura. Le operazioni previste (prelievi, versamenti e giroconti) sono gratuite e non ci sono spese aggiuntive per il mantenimento delle somme, specie se l’istituto di credito in cui è radicato il conto d’appoggio è lo stesso in cui si apre il conto deposito. L’imposta di bollo che grava su questo tipo di conto è dello 0,20% calcolato in maniera proporzionale alle giacenze (il 2 per mille della somma depositata). In alcuni casi, è la banca stessa a farsi carico del costo. Possono essere previste delle commissioni applicate sulla rendicontazione periodica (estratto conto), ma anche in questo caso la spesa è facilmente evitabile optando per l’invio telematico della documentazione. Attenzione, infine, alle penali: nel caso in cui si sottoscrivano opzioni di vincolo su un conto deposito, solitamente lo svincolo prima del termine pattuito prevede l’applicazione di una penale. È opportuno, quindi, prendere visione delle clausole che definiscono il rapporto e leggere attentamente tutte le condizioni legate allo svincolo anticipato delle somme o di parti di esse.

Cosa scegliere tra un conto corrente ed un conto deposito

È chiaro che più che una scelta tra conto deposito e conto corrente, il risparmiatore dovrebbe valutare l’effettivo bisogno dell’uno o dell’altro prodotto o di entrambi. Se il conto corrente è diventato ormai imprescindibile per la gestione delle spese ricorrenti e per una vasta gamma di operazioni e servizi correlati di uso quotidiano, il conto deposito è senza dubbio lo strumento migliore per chi vuole investire i propri risparmi in un prodotto sicura e più redditizio.