Con gli affitti brevi si guadagna il 50% in più

I dati di una simulazione condotta da CleanBnB

Le piattaforme per gli affitti brevi, Airbnb e Booking le più note, hanno dato un deciso impulso a questo tipo di locazione, che diviene un buon affare sia per chi ha a disposizione locali da far fruttare, sia per chi vuole risparmiare sull’alloggio. Talmente un buon affare che una simulazione di CleanBnB dimostra come un appartamento dato in affitto breve può fruttare al proprietario circa il 50% in più rispetto al tradizionale affitto di lungo periodo.

L’esempio è quello di un bilocale in città, zona semicentrale, con canone mensile di 1000 euro in affitto per 4+4 anni. Per affittarlo, il proprietario si rovolge ad un mediatore spendendo circa 1.500 euro una tantum; a fine anno ha dunque un incasso intorno ai 10.000 euro. Lo stesso bilocale, sul mercato degli affitti brevi, può arrivare ad un incasso mensile di circa 2.000 euro. Considerati circa 200 euro al mese di costi per utenze e spese di condominio, e altri 500 circa per le spese di gestione, a fine anno l’appartamento avrà generato circa 15.000 euro.

In entrambe le tipologie di affitto, il trattamento fiscale è analogo con l’applicazione della cedolare secca. Altri vantaggi, oltre al maggior guadagno, sono la durata contrattuale e l’assenza di il rischio morosità.

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