Il voucher babysitter non verrà prorogato. Per la misura, unica alternativa al congedo parentale facoltativo, non è più possibile fare richiesta dall’1 gennaio 2019. Potrà beneficiare del contributo solo chi ha già presentato domanda prima di questa data. Lo ha comunicato ufficialmente l’Inps attraverso i suoi canali social.
COS’È – La misura riconosceva alla lavoratrice neo-mamma (dipendente, autonoma o imprenditrice) un contributo mensile pari a massimo 600 euro per un periodo non superiore a sei mesi, in sostituzione – anche parziale – al congedo parentale, da impiegare nei servizi per l’infanzia (baby sitter ma anche asili nido).
Nel 2017 ne avevano usufruito 8.100 neo-mamme per una spesa di circa 29,4 milioni di euro. Il numero dei beneficiari, dall’anno sperimentale 2013 (il voucher fu varato dall’ex ministro Elsa Fornero), era in crescita.
PASSO INDIETRO – “L’annullamento del contributo” spiega Benjamin Suchar di Yoopies, una delle principali piattaforme web per l’assistenza all’infanzia “è un passo indietro e ha gravi conseguenze rispetto alla facilità di rientrare sul mercato del lavoro, all’interno di un contesto europeo volto invece a favorire il binomio mamma-lavoro”.
RINNOVATE ALTRE MISURE – A parziale compensazione della mancata proroga del voucher, la manovra ha confermato il bonus nido, che sale a 1.500 euro per il 2019 e le cui domande potranno essere inviate dal prossimo 28 gennaio sul portale Inps; il bonus bebè con una maggiorazione del 20 per cento sul secondo figlio e che viene prorogato per i nati (o adottati) nel 2019 fino al compimento del primo anno di età.
Viene poi introdotta la possibilità per la donna lavoratrice di lavorare fino al parto, anche al nono mese di gravidanza, purché ci sia l’ok del medico. E infine sale a cinque giorni il congedo obbligatorio per il padre lavoratore dipendente, da fruire entro i cinque mesi dalla nascita del figlio.
Sempre a sostegno della famiglia, c’è la possibilità di dare un terreno demaniale a chi mette al mondo il terzo figlio (o più) in concessione gratuita, per un periodo non inferiore a venti anni, abbinato a una serie di incentivi all’avvio dell’attività agricola.