Bonus ambiente, cos’è e come fare domanda per la detrazione del 65%

Bonus ambiente, dal 4 maggio imprese e persone fisiche possono accedere al credito di imposta per erogazioni liberali per bonifica ambientale. Le istruzioni

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Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

E’ online la nuova piattaforma web per il bonus ambiente, il credito d’imposta del 65% per le erogazioni liberali in denaro effettuate per interventi su edifici e terreni pubblici per:

  • la bonifica ambientale
  • la prevenzione e il risanamento del dissesto idrogeologico
  • la realizzazione o ristrutturazione di parchi e aree verdi attrezzate
  • il recupero di aree dismesse di proprietà pubblica.

Bonus ambiente, a quanto ammonta e a chi spetta

Il credito d’imposta è riconosciuto nella misura del 65% e spetta:

  • alle persone fisiche
  • agli enti non commerciali
  • ai titolari di reddito d’impresa.

Nei primi due casi il credito d’imposta spetta nel limite del 20% del reddito imponibile, nell’ultimo caso nel limite del 10 per mille dei ricavi annui, ripartito in tre quote annuali di pari importo.

Quando viene riconosciuto

Il credito d’imposta è riconosciuto in considerazione delle erogazioni liberali effettuate:

  • alle persone fisiche fiscalmente residenti nel territorio italiano;
  • agli enti non commerciali, intesi come enti pubblici o privati diversi dalle società, residenti nel territorio dello Stato, che non hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali;
  • ai soggetti titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dalla natura giuridica assunta, dalle dimensioni aziendali e dal regime contabile adottato, nonché alle stabili organizzazioni nel territorio dello Stato di imprese non residenti.

A cosa devono essere destinate le erogazioni liberali

Per beneficiare del bonus ambiente, le erogazioni liberali devono essere destinate ai fini di:

  • bonifica ambientale, intesa come risanamento e riqualificazione di un’area contaminata da rifiuti o sostanze pericolose e dannose per la salute dell’uomo e per l’ambiente;
  • rimozione dell’amianto dagli edifici, intesa come rimozione ossia eliminazione dei materiali contenenti amianto mediante asportazione, smaltimento e bonifica dell’area;
  • prevenzione e risanamento del dissesto idrogeologico, intesa come contenimento o rimozione dei fattori che determinano il fenomeno di dissesto;
  • realizzazione o ristrutturazione di parchi e aree verdi attrezzate, intesa come interventi di sviluppo e valorizzazione del verde urbano e periurbano;
  • recupero di aree dismesse, intesa come riqualificazione e riutilizzo di un’area non più adoperata, attraverso la ristrutturazione o ricostruzione di manufatti esistenti o la rinaturalizzazione a fini agricoli, ricreativi, sociali.

Il credito d’imposta è altresì riconosciuto qualora le erogazioni liberali in denaro effettuate per gli interventi sopra richiamati siano destinate ai soggetti concessionari o affidatari dei beni oggetto di tali interventi.

Come richiedere il Bonus Ambiente 65%

Si può accedere al credito d’imposta del 65% attraverso la nuova piattaforma messa a disposizione dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (MASE).

Una volta che gli interventi promossi dalle Pa proprietarie saranno stati approvati e pubblicati, si potrà avere accesso a un elenco di opere e azioni finanziabili, continuamente aggiornato dal Ministero. A quel punto, il donatore contatterà attraverso la procedura web l’amministrazione interessata per concordare importo e termini dell’erogazione liberale. Il contributo andrà poi prenotato, comunicando tutti i riferimenti al MASE, che avrà dieci giorni per dare il via libera all’erogazione, mentre entro i successivi dieci dovrà essere fatto il pagamento.

Ai fini del riconoscimento del credito d’imposta, le erogazioni devono essere effettuate con sistemi di pagamento tracciabili (bonifico bancario, bollettino postale, assegni bancari e circolari, carte di credito, di debito e prepagate). In caso di pagamento mediante bonifico, i dati del conto devono coincidere con quelli del richiedente l’agevolazione.