Mentre in Italia si continua a dibattere sull’opportunità o meno di richiedere i prestiti del MES c’è chi sta pensando di rinunciare anche a quelli stanziati dal tanto atteso Recovery Fund che, come ormai tutti sanno, prevede un mix di risorse a fondo perduto (cioè da non restituire a Bruxelles) e di prestiti.
Ne sa qualcosa la Spagna. secondo beneficiario subito dietro il nostro Paese. Stando a quanto riporta El Pais, che cita a sua volta fonti di La Moncloa, l’esecutivo di Pedro Sanchez sarebbe pronto ad usare tutti i grants (finanziamenti su progetti ma a fondo perduto) rinunciando ai loans (prestiti), almeno in un primo momento. E sarebbe in buona compagnia: anche Portogallo, Italia e Francia starebbero ragionando in questa direzione.
Nelle casse di Madrid dovrebbero arrivare in totale 140 miliardi, più o meno equamente suddivisi tra prestiti e sussidi. Ma l’idea sarebbe quella di prendere solo i sussidi e a rinunciare a quasi 70 miliardi di prestiti. La criticità è di facile intuizione: esattamente come per il Mes, i soldi chiesti in prestito vanno restituiti, andando a appesantire i debiti pubblici già gonfiati dalla pandemia (quello spagnolo nel 2020 crescerà di 125 miliardi e arriverà quasi al 120% del Pil).
Anche il Portogallo che all’inizio aveva fatto sapere che avrebbe preso solo i soldi a fondo perduto, non esclude di chiedere anche le risorse in prestito, ma solo una piccola parte.
E l’Italia? Secondo quanto ricostruisce il quotidiano spagnolo, il piano europeo di cui l’Italia è sulla carta il principale beneficiario potrebbe “essere vittima del suo stesso successo“.
Sottolinea nell’articolo Lorenzo Codogno, ex dirigente generale al Dipartimento del Tesoro italiano: “I tassi di interesse nella periferia sono diminuiti a causa dell’azione combinata del programma della Bce e delle prospettive di ripresa fornite dall’accordo sul Recovery Fund; ci sono meno incentivi a chiedere prestiti se i paesi emettono debito a tassi di interesse molto bassi”.
Sia il Tesoro spagnolo sia quello italiano questa settimana hanno emesso obbligazioni a interesse negativo, quindi il risparmio derivante dal chiedere i prestiti Ue si è ridotto.
Secondo El Pais, tra l’altro, se l’esempio della Spagna provocasse una sorta di effetto domino, l’iniezione di liquidità prevista dal Recovery Fund perderebbe circa 360 miliardi di euro rispetto a quanto promesso, compromettendone, di fatto, l’efficacia.