Gli studi dei medici di famiglia resteranno aperti dalle 8 a mezzanotte, 16 ore consecutive, ma dalla mezzanotte alle 8, per ogni emergenza, dovremo chiamare il 118 o andare al pronto soccorso. La guardia medica sta per diventare una specie in via di estinzione e le proteste non tardano ad arrivare. Di fatto, sale il rischio di fare lunghe code di notte anche per una “semplice” febbre.
LE CRITICHE DEL SINDACATO – Una rivoluzione che ha trovato da subito la contrarietà del Sindacato dei medici italiani, Cgil-Cisl-Uil e Simet. “Senza il filtro della guardia medica tutto verrà scaricato su un 118 che, a sua volta, sarà costretto a intasare i Pronto Soccorso, già al collasso“, denuncia la segretaria Generale Smi, Pina Onotri.
A fare le spese della riforma, secondo il sindacato, saranno soprattutto i piccoli comuni, dove le guardie mediche sono essenziali per evitare ai pazienti di spostarsi fino al pronto soccorso.
“AL PRONTO SOCCORSO ANCHE PER UNA FEBBRE” – Secondo la Cgil così “si elimina chi è incaricato di visite domiciliari e consulenze telefoniche che possono risolvere il problema, evitando di andare in ospedale” e “si prevede di utilizzare il 118 per andare a vedere una febbre, un mal di pancia, un mal di schiena, con il rischio di lasciare scoperto quel paziente a cui il 118 può salvare la vita. Inoltre, per qualunque malore notturno si dovrebbe andare al pronto soccorso. Insomma, la notte tutti al pronto soccorso da soli o con il 118. Ciò evidentemente aumenterebbe le attese e anche le barelle perché si dovrebbero ospedalizzare di fatto più persone”.
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