Da 23 persone con sintomi sospetti a 40 casi quasi certi di vaiolo delle scimmie nel giro di poche ore: dopo l’Inghilterra altri due Paesi dichiarano lo stato di allerta per possibile diffusione del virus. L’annuncio è arrivato pochi giorni dopo che le autorità sanitarie britanniche avevano rilevato la presenza dell’infezione in sette persone, tra la fine di aprile e l’inizio di maggio.
Intanto, per evitare una seconda pandemia, l’Organizzazione mondiale della sanità ha già iniziato a indagare su quella che per ora è un’epidemia localizzata, circoscritta in determinate zone.
Vaiolo delle scimmie, in Europa scatta lo stato di allerta per altri due Paesi
Mercoledì 18 maggio 2022, la Spagna confermava la presenza di 23 casi sospetti di vaiolo delle scimmie sul territorio. Nel giro di poche ore lo stato di allerta è stato dichiarato anche in Portogallo, facendo salire il totale dei probabili contagi a 40.
L’infezione virale – endemica in alcune parti dell’Africa centrale e occidentale, raramente riscontrata in Europa – adesso pare abbia dei focolai concentrati nelle aree di Madrid e Lisbona.
I sintomi del vaiolo delle scimmie negli esseri umani includono:
- eruzioni cutanee simili a bolle (che spesso partono dal viso e poi si spostano in altre parti del corpo);
- febbre;
- dolori muscolari e brividi.
La buona notizia è che, come confermato dalle autorità sanitarie, la maggior parte delle persone guarisce dalla malattia entro poche settimane. Il vaiolo delle scimmie, infatti, è fatale solo in rari casi. Inoltre, la trasmissione avviene solitamente attraverso uno stretto contatto con animali infetti come roditori e scimmie ed è limitata tra le persone, e può essere conseguente ad uno scambio di fluidi corporei (qui, per esempio, vi abbiamo spiegato cosa fare e non fare per evitare il contagio).
Vaiolo delle scimmie, si rischia un’altra pandemia?
Purtroppo, a caro prezzo, due anni di pandemia da Covid ci hanno insegnato a non sottovalutare mai la velocità con cui un virus è in grado di diffondersi. Con la riapertura dei confini nazionali e internazionali e l’abolizione di molte restrizioni di viaggio (qui le nuove norme per chi parte e arriva dall’Italia), spostamenti e trasferte sono diventati di nuovo frequenti, quindi il rischio di “esportazione” del virus non è da escludere a priori.
Per esempio, dopo la conferma di un caso di infezione da vaiolo delle scimmie in un uomo statunitense, recatosi in Canada, sul sito web del Dipartimento della salute pubblica del Massachusett (dove vive il paziente) è stato confermato che, secondo i test effettuati dai Centers for Disease Control and Prevention, più casi negli USA potrebbero iniziare a essere rilevati nei giorni a seguire.
“Dato che ora abbiamo visto casi confermati fuori dal Portogallo, casi sospetti fuori dalla Spagna, stiamo assistendo a questa espansione di casi confermati e sospetti a livello globale, e abbiamo la sensazione che nessuno sappia con certezza quanto grande ed espansiva possa essere la diffusione. E data la quantità di viaggi che ci sono tra gli Stati Uniti e l’Europa, sono convinta che vedremo casi negli Stati Uniti”, ha affermato Jennifer McQuiston, vicedirettore della divisione dei patogeni e patologie ad alto rischio del CDC.
Se tutti questi casi siano o meno collegati non è ancora noto, così come non sappiamo se il virus si sia diffuso dal Regno Unito all’Europa o viceversa, né da quanto tempo circola in questi Paesi. Tutti gli esperti, però, sembrano concordare sul fatto che vada avanti da alcune settimane.