Concorsi, caos in una regione: centinaia di posti bloccati

I vincitori di 487 posti nei centri per l'impiego della Regione Siciliana sono in attesa da cento giorni per la mancanza del personale che sbrighi le pratiche

Vincono il concorso per i centri dell’impiego ma non possono essere assunti perché manca il personale per sbrigare le pratiche. Sono 487 le persone rimaste impantanate nei paradossi della burocrazia della Regione Siciliana, ferme al palo da cento giorni e probabilmente destinate ad attendere ancora fino all’estate. Una beffa che, come se non bastasse, si aggiunge ai ritardi per la sospensione della graduatoria, dopo i ricorsi al Tar di molti candidati per gli errori contestati nel bando sull’assegnazione del punteggio.

Concorso beffa in Sicilia: centinaia di posti bloccati

Il caso è finito all’Ars con una mozione del deputato del Pd, Mario Giambona, il quale sottolinea che se le pratiche dei vincitori di concorso non venissero elaborate entro il 30 aprile, la Regione dovrà approvare il rendiconto 2022 prima di poter procedere con le assunzioni (qui abbiamo parlato delle assunzioni negli enti locali con il maxi concorso ASMEL).

“Da notizie apprese dallo scrivente sembrerebbe che l’amministrazione regionale non riuscirà a procedere alle assunzioni entro il prossimo 30 aprile – scrive Giambona – termine ultimo per scongiurare l’attesa dell’adozione dei documenti contabili relativi all’annualità successiva a quella approvata“.

“Per ironia della sorte uno dei motivi che ostacola l’assunzione è la lentezza nelle procedure amministrative causata dalla mancanza di dipendenti – afferma il deputato – L’ennesima dimostrazione del fallimento della gestione del personale targato centrodestra”.

In merito al caso del concorso beffa arriva la risposta dell’assessore alla Funzione pubblica siciliana, Andrea Messina: “Sulla carenza di personale stiamo intervenendo, intanto, con l’assunzione dei 120 funzionari direttivi vincitori di concorso” (qui per sapere dove candidarsi dopo le rinunce ai concorsi pubblici).

Gli ammessi finiti nel limbo della Funzione pubblica siciliana però non ci stanno e almeno il 20% avrebbe deciso di preparare una class action per fare valere i propri diritti.

Il Tar accoglie i ricorsi sul punteggio

Diritti riconosciuti ai ricorrenti al Tar che nel frattempo si è espresso sull‘errore di attribuzione del punteggio sui titoli di studio. Al centro dei ricorsi è finito il passaggio del bando che assegnava “1 punto ogni laurea” e “1,50 punti per ogni diploma di laurea, laurea specialistica o magistrale”: una formulazione che ha permesso a chi ha conseguito le lauree 3+2 di ottenere 2,5 punti, mentre ai possessori del titolo precedente alla riforma che divise triennali e specialistica, o comunque in una fase in cui l’offerta prevedeva il ciclo quinquennale, sono andati soltanto 1,50.

La stessa commissione giudicatrice aveva sottolineato l’errore in un verbale di fine ottobre: “Si rileva come preveda la valutazione senza nulla disporre in ordine ai corsi di laurea triennali che si pongono in propedeuticità con il corso di laurea magistrale o specialistica. Nemmeno la banca dati fornita da Formez – hanno sottolineato i commissari – consente di dedurre quale laurea magistrale o specialistica sia da considerare come diretta prosecuzione degli studi, dopo il conseguimento della laurea di primo livello”.

Il tribunale amministrativo ha così imposto alla Regione di correggere il punteggio attribuito in graduatoria ai titolari di laurea magistrale, equiparandolo soltanto a chi ha conseguito la triennale e la specialistica, con l’effetto che gli uffici della Funzione “stanno sospendendo le graduatorie in autotutela per aggiornarle coi nuovi punteggi indicati dal Tar”, come ha spiegato Messina (qui avevamo parlato del flop dei concorsi della Pa).