Antonio Brocani era uno ex chef del ristorante La Grotta del Frate di Staffolo, in provincia di Ancona, ma la Sla ha spezzato il suo sogno undici anni fa. La malattia lo ha colpito e immobilizzato a letto da dieci anni e ogni gesto della vita quotidiana è diventato impossibile da sostenere senza l’aiuto della moglie Maila Pigliapoco, che lo assiste e accudisce ogni giorno. Grazie alla donna Antonio vive e stringe i denti per lottare per il proprio futuro che però, secondo lo Stato, non varrebbe quanto quello di un qualsiasi altro cittadino.
“Io esisto” urla Antonio attraverso la moglie Maila perché, nonostante gli sforzi per sopravvivere alla malattia, l’ex chef è stato del tutto dimenticato da quello Stato che invece dovrebbe tutelarlo. La denuncia arriva dopo l’ennesimo muro alzato per una semplice richiesta, quella dell’ottenimento dello Spid che, per l’esperienza di Brocani, sembra essere impossibile da ottenere per un malato di Sla.
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Spid impossibile per il malato di Sla
Il 61enne, ormai immobile a letto e tracheotomizzato da 10 anni, ha denunciato la propria esperienza nel corso di un’intervista a Il Resto del Carlino. A parlare con il giornale è stata la moglie, che ha raccontato per filo e per segno le peripezie passate per riuscire ad attivare il servizio per il marito. Secondo quanto riferito, infatti, sembra quasi impossibile attivare l’identità digitale per conto di Brocani che, invece, dovrebbe recarsi di presenza per il riconoscimento che gli darebbe lo Spid (qui vi abbiamo parlato del via libera allo Spid per minorenni).
“Non è possibile che un malato in queste condizioni, allettato e tracheostomizzato, non possa ottenere lo Spid, strumento oggi indispensabile per poter accedere a una serie di servizi on line della pubblica amministrazione e dei privati aderenti. Per tutti è semplice attivarlo, ci si reca alle Poste o in una cartoleria o negozio che effettua il servizio ma per Antonio no, non è proprio possibile” ha raccontato Maila Pigliapoco. La dona ha raccontato la storia paradossale vissuta: “Non mi danno la possibilità di utilizzare la procura in quanto la stessa, sostengono, non può sostituire l’identificazione del soggetto che ovviamente essendo immobile e attaccato ad un respiratore non può raggiungere l’ufficio postale o la cartoleria e firmare o parlare”.
La moglie di Brocani ha aggiunto: “È paradossale che nel 2022 poter accedere a portali pubblici resti un privilegio solo per chi gode di buona salute. Trovo davvero illogico obbligare la singola persona ad attivare lo Spid e poi negargliene il diritto in quanto impossibilitato a parlare perché ha un “tubo in gola” e firmare perché “paralizzato”.
A cosa serve lo Spid
Il percorso intrapreso da Antonio Brocani e dalla moglie Maila Pigliapoco per l’attivazione dello Spid serve per garantire al 61enne, così come a ogni cittadino in Italia, di accedere a pratiche amministrative e non solo. Infatti, come sottolineato dalla donna a Il Resto del Carlino, lo Spid è di vitale importanza: “Anche solo per prenotare una visita, richiedere dei bonus, registrare dei contratti, accedere al 730, pagare le tasse. Principalmente lo abbiamo richiesto per consultare i referti on line a cui a breve non potremo accedere non avendo lo Spid e per la dichiarazione dei redditi”.
Al momento il problema è stato aggirato grazie alla carta d’identità elettronica che permette di accedere ai servizi con il lettore di carta da collegare al pc, ma la coppia ha lanciato l’appello in cerca di aiuto: “Chiediamo alle autorità preposte di attivare sia a livello regionale che nazionale una deroga a quanto stabilito attualmente dall’Agid, così da consentire anche ad Antonio di avere il suo Spid”.
E a proposito di Spid, qui potrete trovare la guida completa all’identità digitale e chiarimenti su come ottenerla.