(Teleborsa) – “Semplificare e accelerare. Sono tutte facce della stessa medaglia: la Pa, dopo anni di depauperamento, deve dotarsi di personale tecnico e amministrativo adeguato per gestire, rendicontare e rendere operativi i progetti del Recovery Plan. La ricostruzione di questo ‘dopoguerra da pandemia’ deve partire dal capitale umano pubblico”.
È quanto ha affermato il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, al termine della videocall con i rappresentanti dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci).
PA, sbloccare i concorsi e cambiare i sistemi di reclutamento
“Ho ascoltato con attenzione il grido di dolore dei Sindaci e del presidente dell’Anci, Antonio Decaro. A loro – ha fatto sapere Brunetta – ho detto che siamo in una fase nuova, quella del Recovery, del rilancio e della resilienza, che vuol dire efficienza, produttività e riforme”. Per il ministro “bisogna abbandonare l’epoca dei blocchi del turnover, dei tetti riferiti a indicatori anacronistici, delle rigidità contrattuali. E bisogna agire subito, entro le prossime settimane, su tre fronti: sbloccare i concorsi e le procedure già avviate, modificare strutturalmente i sistemi di reclutamento nella Pubblica amministrazione e prevedere percorsi specifici per selezionare gli specialisti destinati all’attuazione degli investimenti del Pnrr”.
Parole accolte favorevolmente dall’Anci. “Abbiamo avuto con il ministro Brunetta un incontro molto proficuo. Ci ha fatto molto piacere – ha commentato Decaro – verificare che ha a cuore le ragioni per cui ci battiamo da tempo e che, in vista del piano nazionale di ripresa e resilienza, diventano ancora più urgenti: sblocco delle assunzioni, procedure di reclutamento rapide e misure straordinarie per attuare il Recovery plan. È fondamentale procedere celermente: ne va della concretizzazione degli interventi da cui dipende il rilancio del Paese”.
Verso una riforma della Pubblica amministrazione
Intanto si attende la firma mercoledì 10 a Palazzo Chigi – alla presenza del presidente del consiglio, Mario Draghi, del ministro della Pubblica amministrazione, e dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri – del “Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale”.
Tra gli obiettivi indicati nel protocollo – secondo quanto si apprende – vi è quello di fissare i criteri per una riforma della pubblica amministrazione che dovrà puntare a un miglioramento dei servizi per i cittadini, alla riconversione delle abilità e delle competenze del personale attraverso innovazione, digitalizzazione, formazione, apertura di nuovi spazi per la contrattazione e forme innovative di partecipazione dei lavoratori. Il patto tra Governo e sindacati dovrebbe accennare anche a novità sugli inquadramenti e alla rimozione dei tetti ai trattamenti economici accessori, estendendo così al lavoro pubblico le medesime misure di detassazione della produttività previste da anni per il lavoro privato. Un altro degli obiettivi sarebbe quello di regolamentare lo smart working per via contrattuale, da tempo chiesto dalle tre confederazioni. Secondo i dati dell‘osservatorio smart working del Politecnico di Milano, durante l’emergenza sanitaria il 94% delle pubbliche amministrazioni ha consentito ai propri dipendenti di lavorare da remoto. Si stima che abbiamo lavoratori con questa modalità circa 1,85 milioni di statali.
Come ha anche ricordato il ministro dell’Economia, Daniele Franco, nel corso della sua prima audizione nelle commissioni riunite Bilancio, finanze e politiche Ue di Camera e Senato, la riforma della pubblica amministrazione sarà uno dei punti del Recovery plan.