Pensioni d’oro, nuovo calcolo e chi eviterà i tagli

Tante le polemiche, così come scarna è l'informazione in merito al taglio delle ricche pensioni. Ecco cosa emerge dal nuovo calcolo

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

Nuovo calcolo per le pensioni d’oro, con la soglia minima non più fissata a 4 mila euro. Per chi non lo sapesse, con il termine “pensione d’oro” si indica il pagamento previdenziale di un importo particolarmente elevato, generalmente superiore ai 2.500-3.000 euro al mese. Le cifre coinvolte non sono astronomiche, ma su questo argomento il dibattito è diventato sempre più complesso nel tempo.
Alcuni gruppi politici, infatti, suggeriscono che una pensione d’oro possa ritenersi tale intorno ai 5.000 euro lordi al mese, mentre altri propongono di abbassare il limite a 4.000 euro lordi al mese. Questa riduzione è vista come un modo per ottenere maggiori risparmi per l’INPS, che potrebbero essere reinvestiti per aumentare le pensioni minime.

Tagli alle pensioni d’oro

In ambito previdenziale si fa un gran parlare delle cosiddette pensioni d’oro e dei relativi tagli previsti dalla riforma. Quest’ultima si farà, pare ormai chiaro, mentre permangono dubbi su modalità, portata dei tagli e calcolo dei nuovi assegni.

L’attuale Governo sottolinea la necessità dei tagli a determinate pensioni per una questione di equità sociale. Inoltre per una concreta necessità economica dello Stato che in questo modo sfrutterebbe tali finanze per altri interventi relativi alla riforma pensionistica. Un tema caldo, in grado di assicurare un certo appoggio politico, fondamentale in un palcoscenico così frammentario come quello dei partiti italiani odierni.

Si era inizialmente pensato di ridurre le pensioni che superassero quota 4 mila euro mensili, ma tale cifra pare possa essere abbassata fino a 3.700-3.800 euro. Calare la soglia porterebbe a coinvolgere molte più persone, con le prime stime che indicano più di 158 mila pensionati interessati. Il Movimento Cinque Stelle spinge per tale riforma mentre la Lega di Matteo Salvini propone il contributo di solidarietà.

Ma quali sono le professioni per le quali le pensioni sono più alte?

Tra le professioni che, tendenzialmente, garantiscono una pensione in media più elevata ci sono: medici, finanzieri, direttori generali, poliziotti, carabinieri, diplomatici, prefetti, ingegneri, architetti, commercialisti e altri professionisti. Un’analisi che ha portato  Brunetta a lanciare un vero e proprio allarme, indicando donne e militari come categorie maggiormente a rischio, secondo il principio del maggior taglio seguente al maggior anticipo dell’uscita dal lavoro.

Il taglio previsto potrebbe variare dal 10 al 20%, andando a mantenere una delle più importanti promesse della scorsa campagna elettorale. Il via dovrebbe essere dato a partire dal 2019, con il sostegno dei due capigruppo di maggioranza alla Camera: Francesco D’Uva del Movimento Cinque Stelle e Riccardo Molinari della Lega. Il loro parere in merito è che un intervento del genere sia del tutto equo e ragionevole, in conseguenza di una forte istanza sociale di solidarietà.

Ecco il pensiero esternato da Brunetta: “Con un ddl di questo genere si andranno a colpire anche le pensioni di vecchiaia. Un pasticcio da dilettanti insomma. Il risultato finale è che a essere colpiti saranno maggiormente donne e militari. Aspettiamo fiduciosi l’esame di riparazione di settembre per il professor Boeri e i suoi autorevoli discenti”.

Secondo tale disegno a ‘salvarsi’ sarà chi avrà lavorato a lungo, con particolare riferimento a magistrati e professori universitari, che solitamente restano in servizio fino a tarda età.