- Pensioni fra tre e quattro volte il minimo: si rivalutano al 95%, aumento dell’1,14%
- Pensioni fra quattro e cinque volte il minimo: adeguamento al 75%, rivalutazione dello 0,9%
- Pensioni fra cinque e sei volte il minimo: indicizzazione al 50%, aumento dello 0,6%
- Pensioni sopra sei volte il minimo: indicizzazione al 45%, aumento dello 0,54%
Attenzione: sulle pensioni 2018 bisognerà calcolare il conguaglio della maggior rivalutazione 2015, anno in cui gli assegni sono stati superiori dello 0,1% rispetto all’inflazione (l’indice provvisorio 2014 era pari allo 0,3%, l’inflazione effettiva è stata poi allo 0,2%, il recupero non è stato ancora effettuato perché negli anni successivi l’inflazione era pari a zero, e di conseguenza l’indicizzazione avrebbe comportato un abbassamento degli assegni previdenziali che è stato evitato).
Dal 2019, ricordiamo, torna il vecchio meccanismo di indicizzazione previsto dalla legge 388/200:
- rivalutazione è al 100% fino a tre volte il minimo,
- al 90% fra tre e cinque volte il minimo,
- al 75% per i trattamenti più alti.
Per il resto, ricordiamo che dal 2018 si rivaluta interamente anche il trattamento minimo che passa a 507,92 euro al mese (dagli attuali 501,89), così come la pensione sociale che arriva a 373,69 euro al mese ed il trattamento assistenziale per gli ultra65enni privi di reddito, che sale a 453,45 euro.
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