Pensioni, governo punta Quota 102. La riforma nella Manovra 2021

Aperto il tavolo sulla riforma del sistema pensionistico. Primo confronto politico a marzo, entro settembre le misure da inserire in Manovra 2021

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Redazione

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Governo e sindacati hanno aperto ufficialmente il cantiere sulla riforma delle pensioni. Obiettivo, mettere a punto una proposta condivisa che restituisca equità al pensionamento dei lavoratori e superi la legge Fornero in maniera strutturale fornendo regole certe per almeno il prossimo decennio.

La volontà di tutti, ribadita dall’incontro dal ministro del lavoro Nunzia Catalfo prima e dai leader sindacali di Cgil Cisl e Uil poi, è di dare velocità al confronto e di inserire linee di riforma già nella Nadef di settembre prossimo per articolare un intervento specifico nella futura Legge di Bilancio 2021.

Il nodo post Quota 100

Il nodo è come sostituire Quota 100, che scade alla fine del 2021, e che, se non si facesse nulla, aprirebbe la porta a uno scalone, visto che dal primo gennaio 2022 non si potrebbe più andare in pensione con 62 anni d’età e 38 di contributi (Quota 100, appunto), ma bisognerebbe aspettare di compiere 67 anni o di raggiungere 42 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall’età (un anno in meno per le donne).

Il governo lavora su una flessibilità che parta da 64 anni più 38 di contributi, in pratica una Quota 102 che, inella visione governativa, avrebbe in più il calcolo dell’assegno tutto col metodo contributivo, il che farebbe scendere la pensione fino al 20-30%. Proposta irricevibile per i sindacati, anche perché, dice Roberto Ghiselli (Cgil), “un requisito così alto di anni di contributi taglierebbe fuori i giovani, che spesso hanno carriere discontinue, e le donne”.

Sui lavori sarà fatto un primo check politico già a marzo con un nuovo incontro plenario. Al traguardo si arriverà per tappe come disegnato dal serratissimo calendario di incontri tecnici messo a punto al termine del confronto. Si partirà dunque il 3 febbraio prossimo dalle pensioni di garanzia per i giovani; il 7 febbraio toccherà alla rivalutazione degli assegni di previdenza mentre il capitolo più caldo, quello sulla flessibilità in uscita, sarà affrontato il 10 febbraio. Sul tavolo del round del 19 febbraio, infine, il tema della previdenza complementare.

La commissione

E al lavoro tra Governo e Cgil, Cisl e Uil sarà affiancata anche una Commissione di esperti che valuterà il possibile impatto delle misure allo studio, per una nuova flessibilità in uscita. Il capitolo risorse infatti sarà l’ultimo tassello a dover essere incastonato nel puzzle di interventi che uscirà dal confronto. I conti infatti si faranno al Mef . “I costi li valuteremo in itinere, il ministero dell’Economia come sapete farà parte della commissione di esperti perché è un percorso che non possiamo fare da soli ma dobbiamo fare tutti insieme come governo, valutando l’impatto delle proposte”, spiega Catalfo soddisfatta di questo primo giro di tavolo.