In Germania è tempo di riforma previdenziale. La Camera bassa del Parlamento tedesco ha approvato l’innalzamento da 65 a 67 dell’età pensionabile. L’aumento, graduale, è stato varato per evitare il collasso dei conti pubblici posti sotto stress dal forte invecchiamento della popolazione.
Le misure sono state approvate da 408 deputati della grande coalizione composta da democristiani e socialdemocratici.
Attualmente in Germania l’età pensionabile è di 65 anni, anche se in media in tedeschi nel 2006 sono andati in pensione a 63 anni. La riforma prevede che dal 2012 l’età aumenti gradualmente di un mese all’anno fino al 2024 e successivamente di due mesi all’anno.
Le nuove regole saranno pienamente operative per i lavoratori nati dal 1964 in poi.
La legge prevede un’eccezione per chi ha 45 anni di contributi: questi lavoratori potranno continuare ad andare in pensione a 65 anni. Generalmente, invece, per chi abbandonerà l’attività in anticipo sono previsti consistenti riduzioni della prestazione pensionistica.
Il disegno di legge, che dovrebbe essere approvato dal Parlamento nelle prossime settimane, si è reso necessario al fine di mantenere l’equilibrio finanziario del bilancio previdenziale. Anche in Germania, così come in questi tutti i paesi dell’Unione, il progressivo invecchiamento della popolazione e il calo delle nascite stanno duramente mettendo a dura prova lo Stato sociale.
Per il paese tedesco è previsto che nel 2035 la quota di cittadini con più di 65 anni salirà al 30% della popolazione, dall’18% di oggi.
Il Parlamento tedesco in questi giorni ha anche introdotto il salario minimo nel servizi domestici. Un provvedimento che è stato preso per tutelare i lavoratori tedeschi preoccupati dall’arrivo di concorrenti stranieri pronti ad accettare paghe molto basse.