Quota 100, perché la pensione degli insegnanti rischia di saltare

I ritardi di gestione delle pratiche potrebbero far sì che alcuni insegnanti non riescano a sfruttare Quota 100

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Redazione

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Timori e dubbi: sono queste le sensazioni con cui devono fare i conti diversi insegnanti e figure del personale ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario) che hanno fatto richiesta per andare in pensione sfruttando Quota 100.

A oggi, infatti, permangono diverse perplessità sulla data della tanto attesa finestra pensionistica, promossa dalla riforma fortemente voluta dalla Lega. Settembre è vicino, eppure, anche se le domande sono state compilate nei giusti termini fissati dalla norma, ancora non c’è sicurezza sull’espletamento di alcune pratiche.

Dunque, parte di coloro che hanno i requisiti per approfittare di Quota 100 non sanno se con l’inizio dell’anno scolastico dovranno ripresentarsi sul luogo di lavoro e, quindi, aspettare l’anno successivo per godere della pensione, oppure se potranno farlo a breve.

Le cause di questa situazione non del tutto evasa sarebbero imputabili ai ritardi della gestione di alcune pratiche. Differimenti e inciampi che ora si fanno ancor più difficili da sistemare, visto che ci si trova nel bel mezzo del periodo vacanziero.

Sulla questione è intervenuto Gabriele Gilotto della Funzione pubblica della Cgil augurandosi che nessuno rimanga escluso e sottolineando che la situazione non è nuova, bensì nota da tempo. “Il personale Inps – ha dichiarato Gilotto – sta facendo di tutto per affrontare una mole aggiuntiva di lavoro. Ci sono state anche della aggiunte specifiche di personale, ma anche solo per la formazione ci vuole tempo. E comunque parliamo di una situazione di personale che resta ampiamente deficitaria”.

Anche il segretario Uil Scuola, Diego Meli, ha parlato della vicenda. “Paghiamo le cose fatte in maniera improvvisata e non programmata in tempi utili” ha affermato. “Così – ha proseguito – si sono dati maggiori carichi di lavoro alle segreterie delle scuole ma non si sono garantite risorse e l’organico necessario per affrontare queste situazioni e le nuove esigenze”.

Questo contesto d’incertezza, in parte, aiuta a comprendere meglio la decisione del provveditorato che ha scelto di non mettere i posti lasciati vacanti da chi ha aderito a Quota 100 tra le cattedre a disposizione per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato.

Una situazione che, di conseguenza, dà una spiegazione al perché si sia optato di attingere alle supplenze per colmare i posti delle cattedre lasciate vuote dai docenti che hanno aderito alla misura della pensione anticipata.