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Pensioni, le Salvaguardie regalano sussidi d’oro agli esodati. Lo rivelano i dati dell’INPS

Non si può andare avanti a regalare pensioni d'oro a persone che smettono di lavorare a 53 anni! Ma continua a succedere in Italia, Paese del "chiagn' e fotti"

Il rapporto annuale 2016 dell’INPS (qui il pdf riportato da LaVoce.info), guidato ottimamente da Tito Boeri – che si è preso questa gatta da pelare per la miseria di 90mila euro l’anno, altro che boiardo di Stato! – induce a porre sul tavolo alcune questioni.

La questione centrale del welfare italiano è la sua incapacità di aiutare chi veramente ha bisogno, gli umili e gli indifesi. Il nostro sistema sociale spesso aiuta chi sta bene. Chi è a disagio, separati con figli a carico, per esempio, si deve arrangiare alla bell’e meglio. E chi sta bene, come nei racconti di Cechov, si guarda bene dal farlo notare. Chiagni e fotti, non a caso, rappresenta il motto della nazione.

Ancora una volta il dato è lì, sotto gli occhi di tutti, per chi lo vuole vedere. Parlo delle salvaguardie, ossia lo strumento di deroga con il quale si ottiene il diritto a pensione con requisiti più favorevoli rispetto a quelli vigenti per la generalità dei lavoratori. Nella tabella a pagina 117 del rapporto Inps si legge che ben 36.702 pensioni (su 92.729 interventi di salvaguardia) tutelano il pensionato con oltre 2mila euro di pensione al mese. Ben 3.229 sono gli individui tutelati (con un’anzianità contributiva sotto il minimo) con oltre 4.000 euro al mese di pensione.

Non si può andare avanti a tutelare persone che smettono di lavorare a 53 anni, e prendono pensioni che i giovani si sognano! Sono coloro che troviamo in viaggio nel mondo nei mesi non vacanzieri. Alla domanda “Ma tu come mai sei qui in vacanza in questo periodo?”, la risposta è “Io sono un esodato”. Abbronzato come un esodato, verrebbe da dire.

Boeri insiste ogni volta sulla necessità di considerare il reddito complessivo (affitti, redditi da capitale…) del soggetto che beneficia dei sussidi del trattamento retributivo. Ma la politica è sorda. Per cui un soggetto ex lavoratore autonomo che ha un bel patrimonio mobiliare e immobiliare accumulato nel tempo (anche perché decideva di versare pochi contributi) beneficia del sussidio. Rob de matt.

Quando l’Inps rende noto che 6 milioni di italiani prendono meno di 1.000 euro al mese di pensione, è opportuno distinguere tra lavoro dipendente e lavoro autonomo. Se il secondo ha dichiarato tutta la vita redditi irrisori – come avviene da una vita nel Belpaese – come può lamentarsi di avere una pensione bassa? Bassa rispetto a cosa? Anche una pensione di 900 euro, se si sono versati contributi minimi, ha un sussidio mensile di 600 euro!

Continuare a fare considerazioni sociologiche sulle pensioni in base all’importo è una delle maggiori ipocrisie possibili.

A cura di Beniamino Piccone
Docente di Sistema Finanziario e Private banker