Pensioni, arriva la super stangata per i lavoratori autonomi

Oltre all’allungamento dei tempi di permanenza sul lavoro, arrivano aliquote più pesanti sui contributi

Il decreto salva-Italia si abbatterà con particolare violenza sulla previdenza dei lavoratori autonomi. Lo farà attraverso due direzioni. Una, simile alle altre categorie di lavoratori, si concretizza nell’allungamento del tempo di permanenza al lavoro. L’altra, aumentando progressivamente i contributi previdenziali.

Dal 1° gennaio 2012 inizierà il percorso di innalzamento delle aliquote dovute all’Inps per gli iscritti nelle gestioni pensionistiche di artigiani, commercianti e coltivatori diretti, fino ad arrivare nel 2018 al 24%. Per il 2012 l’aumento sarà pari a 1,3%, per un aliquota del 21,3% (fino al 31 dicembre 2011, 20%).
Arriveranno al 24% anche le aliquote contributive pensionistiche di finanziamento e di computo dei coltivatori diretti, mezzadri e coloni inscritti all’Inps. L’aumento interessa sia i contributi fissi, dovuto sul minimale di reddito, sia quelli calcolati sull’eccedenza, in acconto e saldo in base alla dichiarazione dei redditi.

Inoltre, ancora da inizio anno, aumenteranno di un punto le aliquote dovute dagli iscritti alla gestione separata Inps, questa volta per “colpa” della manovra d’estate. Tuttavia il decreto legge 201/2011 estende anche ai professionisti iscritti a quella gestione alcune tutele che prima erano riservate ai collaboratori coordinati e continuativi. Si tratta dell’indennità economica in caso di malattia e di maternità, ora applicabile ai professionisti privi di albo e cassa di categoria.

Per quanto riguarda la pensione si assiste a un adeguamenti alle regole previste per i lavoratori dipendenti. Per gli uomini a partire dal 2012 si potrà smettere di lavorare con 42 anni e tre mesi di contributi oppure occorrerà aspettare i 66 anni di età, senza contare eventuali adeguamenti alla dinamica della speranza di vita. Per le donne il processo di avvicinamento alle pensioni dei dipendenti sarà più progressivo: nel 2012 l’età di vecchiaia si attesta a 63 anni e 6 mesi (62 per le private), nel 2014 si passa a 64 anni e 6 mesi (un anno in più rispetto alle private). Dal 2018, 66 anni per tutte le categorie.