Ridotte della metà le finestre d’uscita per la pensione di anzianità e per quella di vecchiaia. Sarebbe questa la scelta del governo per risparmiare ogni anno circa 1,6 miliardi di euro.
Non solo. Resta aperta l’ipotesi del blocco della “finestra” di uscita per le pensioni di anzianità già dal prossimo luglio con un risparmio immediato di 800 milioni.
Il sistema attualmente in vigore prevede due “finestre” di uscita all’anno per il trattamento di anzianità: gennaio e luglio. Dal prossimo anno, una delle due finestre sarà chiusa. Di conseguenza molti di coloro che hanno maturato i requisiti nel 2010 dovranno attendere in media sei mesi in più, durante i quali – però – matureranno ulteriori contributi.
Secondo la normativa vigente relativa all’età pensionabile, quest’anno ha diritto alla pensione chi totalizza “quota 95”, cioè la somma di età anagrafica e contributiva con un minimo di età di 59 anni.
E pure l’intervento sulle pensioni di vecchiaia (65 anni di età per gli uomini) prevede di ridurre da quattro a due le finestre di uscita. Dunque, invece di una ogni tre mesi, ce ne sarà una ogni sei. Di conseguenza i tempi di attesa si allungheranno con il riflesso di risparmi per i conti dello Stato.
Confermata la stretta sulle pensioni di invalidità civile. Si tratta di una misura strutturale: oggi le pensioni di invalidità sono 2,5 milioni, di queste due terzi prevedono l’indennità di accompagnamento e un terzo sono quelle ordinarie. Il boom delle indennità di accompagnamento, già oggetto di severi controlli, dipende dal fatto che possono essere erogate senza tenere conto del reddito. Per frenare questo fenomeno, e per avere i conseguenti risparmi, si introdurranno fasce di reddito.