Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’equiparazione dell’età delle pensioni di vecchiaia tra uomini e donne nel pubblico impiego. L’Italia rispetterà così una richiesta del governo di Bruxelles.
L’aumento dell’età delle donne per le pensioni di vecchiaia nel pubblico impiego avverrà con uno scalone unico a 65 anni a partire dal 1° gennaio 2012 e, dunque, una fase transitoria.
La disposizione sarà introdotta attraverso un emendamento alla manovra e le risorse aggiuntive che ne deriveranno andranno in un fondo vincolato ad “azioni positive” per la famiglia e le donne.
Secondo il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, l’impatto delle nuove regole è molto modesto, si parla di una platea stimata in circa 25mila donne nell’arco temporale fino al 2012.
Comunque l’innalzamento dell’età non portare a grandi vantaggi di cassa. Lo dice il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta. Secondo Brunetta, i risparmi “saranno pari a zero nel 2010 e 2011, di 50 milioni nel 2012 e di 150 milioni nel 2013”. Si tratta, inoltre, spiega il ministro, di un provvedimento che non riguarda il settore privato.