Pensioni, calano adesioni a Quota 100: possibile rilancio nel 2021

La misura fortemente voluta da Matteo Salvini perde smalto

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Redazione

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Quota 100 perde appeal. Tra giugno e settembre, sia nel settore pubblico che nel privato, calano le domande di pensionamento anticipato, poco più di 36mila, superate dalle pensioni di anzianità. Complessivamente, tenendo conto di tutte le domande accolte dall’inizio del 2019, a ottobre coloro che hanno ottenuto la pensione con i requisiti minimi di 62 anni e 38 di contributi erano 242.361. Un dato più basso rispetto alle aspettative del governo che ne aveva previsti almeno 300mila l’anno per tutto il triennio di sperimentazione che si chiude nel 2021.

Anticipate

Per quanto riguarda le nuove pensioni anticipate con i requisiti di 42 anni e 10 mesi di contribuzione (41 + 10 per le donne) sganciati dall’aspettativa di vita, le richieste, negli ultimi 4 mesi, hanno raggiunto quota 55mila, e complessivamente tale modalità di uscita è stata scelta da 241.820 persone.

Opzione donna

Secondo i dati pubblicati dal Sole 24 Ore, “Opzione donna” – che nella versione 2020 richiede 58 anni di età e 35 di contributi maturati a fine 2019 come dipendenti – è stata scelta da 42mila lavoratrici e finora ad ottenerla sono state in 30.637.

Precoci

Sul fronte dei lavoratori precoci – canale che fino al 2026 concede la pensione con 41 anni di contributi a chi far può valere 12 mesi di contribuzione effettiva antecedente al 19esimo anno di età e rientra in un elenco di categorie svantaggiate – sono state accolte 10.900 domande, oltre il 30% in meno di quelle accolte in media nel triennio precedente. Nel 2019 per i precoci sono state accolte 13.178 domande.

Nell’attuale scenario caratterizzato dalla crisi Covid-19 le tendenze dal punto di vista pensionistico potrebbero, tuttavia, variare. L’analisi del Sole 24 Ore prevede, infatti, un rilancio di Quota 100 nella seconda metà del 2021. “Le posizioni in esubero – scrive il quotidiano economico – potrebbero arrivare ad almeno un milione di addetti alle dipendenze con contratti standard o a tempo determinato. In quel contesto di ristrutturazioni aziendali diffuse in diversi settori della manifattura e dei servizi tutti i canali di pensionamento agevolato torneranno utili”. Atteso, inoltre, “un nuovo picco di pensionamenti dal settore della scuola”.