Se da un lato il governo è pronto ad incontrare i sindacati su Ape e bonus 80 euro per quanto concerne la pensione anticipata, in tema di flessibilità in uscita prende corpo un’altra ipotesi: allo studio dell’esecutivo c’è infatti anche il riscatto della laurea, cioè il versamento dei contributi per gli anni passati all’università in modo da avvicinare il momento della pensione.
L’idea, che potrebbe entrare in un collegato alla Legge di Bilancio, vorrebbe rendere flessibile anche il riscatto offrendo la possibilità di scegliere non solo il numero degli anni da recuperare, cosa possibile già oggi, ma anche la somma da versare e quindi l’effetto sull’assegno futuro. Rendere flessibile il riscatto significherebbe slegare la somma da pagare dallo stipendio attuale, considerandola un versamento volontario di contributi. Sarebbe dunque una ulteriore alternativa per chi preferisce lasciare il lavoro prima, anche accettando un assegno più basso.
Non è detto che l’ipotesi allo studio venga inserita nell’Ape: più probabile che venga inserita in un collegato alla Legge di Bilancio, cioè un provvedimento successivo che potrebbe contenere anche altre novità sulla previdenza.
Sull’Ape, al momento, il piano del governo resta l’uscita anticipata fino a tre anni con una penalizzazione sull’assegno fino al 4% per ogni anno di anticipo. La copertura dovrebbe essere di circa un miliardo di euro. Mentre un altro miliardo e mezzo potrebbe arrivare dal taglio strutturale del cuneo fiscale sui nuovi contratti a tempo indeterminato.
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