La Lega non vuole guerre con Bruxelles. Deficit giù e salta quota 100?

Nel governo si rafforza il fronte di chi vorrebbe concedere qualcosa a Bruxelles rivedendo il saldo della manovra riducendo l'obiettivo 2019 sul deficit oggi al 2,4%

Il fronte della fermezza, gli annunci roboanti su “nessun passo indietro” cominciano a mostrare le prime crepe. Mentre al contrario, dentro il governo, va rafforzandosi il fronte di coloro che vorrebbero evitare guerre con Bruxelles aprendo alla possibilità di abbassare il rapporto deficit-pil o congelando la riforma delle pensioni. Il perché è presto detto: il sistema bancario italiano è in difficoltà e le conseguenze di un muro contro muro con l’Ue potrebbero essere pericolose.

Nelle ultime ore, soprattutto dalle parti della Lega su spinta di Giorgetti, si sta valutando una riduzione del deficit fino allo 0,2%. Ritocco che riguarda il deficit nominale, ma ancora di più quello strutturale, come richiesto dal commissario europeo Pierre Moscovici. E negli uffici del ministero dell’Economia si lavora ad aggiustamenti che possano rendere meno duro il giudizio di Bruxelles sul Documento programmatico di bilancio, quindi ridare fiato ai titoli di debito pubblico sul mercato.

Capitolo pensioni
Nel mirino c’è ovviamente il capitolo relativo alla riforma pensionistica, una delle voci più costose in manovra. Si ipotizza la rinuncia ad un ritorno pieno della rivalutazione delle pensioni più alte. E poi un taglio alla parte retributiva per chi deciderà il ritiro prima dei 67 anni. In pratica è il ritorno delle penalizzazioni associate all’uscita anticipata, unica via per rendere sostenibile una riforma delle pensioni che abbassi l’età del ritiro. Del resto la riforma delle pensioni così come è nella bozza del governo farà parte di un provvedimento a parte, dunque è ancora tutta da scrivere, ed è più facile che alla fine costi 15 miliardi di euro all’anno invece che i 7 preventivati fino ad ora.

Pensioni d’oro
Rivisto al ribasso anche il taglio alle pensioni d’oro. Come anticipato nei giorni scorsi, è passata la proposta della Lega Nord di trasformare il ricalcolo in un contributo di solidarietà. Unico modo per evitare ricorsi, visto che la Corte costituzionale ha già bocciato una misura simile. L’ idea è di un taglio del 20% sulle pensioni oltre 500 mila euro. Per quelle tra 90 e 130 mila euro, dell’ 8%, 12% fino a 200 mila, 14 fino 350 mila, 16% fino a 500 mila e 20 punti oltre questa soglia. Tagli sull’ intero importo, non sugli scaglioni.

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