Il Governo sembra deciso a non rinviare l’innalzamento dell’età della pensione a 67 anni, 5 mesi in più rispetto ad ora, che dovrebbe scattare nel 2019. Ma prende piede l’ipotesi di bloccare l’aumento dell’età pensionabile soltanto per alcune categorie di lavoratori.
IN PENSIONE A 67 ANNI – Le tabelle Istat dicono che, tra il 2013 e il 2016, la speranza di vita è aumentata di cinque mesi. Per questo il decreto del ministero dovrebbe far salire proprio di cinque mesi l’età della pensione. Il decreto del ministero del Lavoro che adegua automaticamente l’età della pensione alla speranza di vita calcolata a 65 anni va emanato per legge entro la fine dell’anno.
E non ci sono alternative: si profila l’uscita dal lavoro a 67 anni, a partire dal 2019, ossia cinque mesi in più del limite attuale. Come prevede la riforma Fornero. Un’ipotesi nell’aria da mesi, con i sindacati in forte pressing sul Governo, nel tentativo di bloccare o quantomeno contenere l’aumento dell’età pensionabile, magari diminuendo questo incremento di 2-3 mesi, invece dei 5 previsti.
ATTIVITA’ GRAVOSE – Secondo quanto riporta Corriere, l’esecutivo starebbe valutando un piano per bloccare l’aumento dell’età per chi svolge le cosiddette attività gravose. Si tratterebbe di “un intervento chirurgico che dovrebbe bloccare l’aumento dell’età non per tutti ma solo per i lavoratori che svolgono le cosiddette attività gravose”.
Sono undici categorie in tutto: maestre di asilo nido e di scuola materna, infermieri che fanno i turni di notte, macchinisti, camionisti, gruisti, muratori, facchini, badanti di persone non autosufficienti, oltre agli addetti alle pulizie, alla raccolta dei rifiuti e alla concia delle pelli.
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