Riuscireste a vivere con 1/3 di stipendio in meno? E in più mettendo da parte 3mila euro all’anno partendo da domani? Se il traguardo della pensione è ancora lontano preparatevi a farlo. E’ quello che vi servirà per non veder crollare improvvisamente il vostro tenore di vita quando smetterete di lavorare. Si chiama “gap pensionistico“, ovvero la differenza tra quanto deve risparmiare per mantenere un livello economico adeguato un lavoratore che va in pensione l’anno prossimo e un giovane che ha iniziato a lavorare ora e smetterà nel 2051. E per livello economico “adeguato” non si intende lo stesso di ora, ma circa un 30% in meno.
E’ l’inquietante risultato di uno studio condotto dal gruppo assicurativo Aviva in dieci paesi della Ue. In 40 anni il gap pensionistico complessivo in Europa arriverà a 1.900 miliardi di euro. Sarà questa la montagna di denaro che dovremo risparmiare per mantenere uno stile di vita “adeguato” all’attuale. D’altra parte il sistema pubblico va verso il collasso: nel 2060 per ogni pensionato ci saranno 2 lavoratori attivi. Oggi sono 4.
Nella classifica europea l’Italia arriva al 5° posto: la differenza sarà “solo” di 97,6 miliardi di euro. Il salto sarà molto più ampio per la Germania (prima della lista con 469 miliardi), seguita dal Regno Unito (379 miliardi), la Francia (243 miliardi) e la Spagna (170,5 miliardi). Un importo che per il nostro paese corrisponde pur sempre all’8% del Pil.
Gli italiani devono risparmiare meno?
Se dalla visione “macro” si passa a quella “micro”, cioè rapportata al singolo individuo (considerando le differenze tra i redditi, le distribuzioni demografiche ecc.), le cose per il nostro paese sembrano mettersi un po’ meglio. Attenzione però: sembrano. In media un italiano dovrebbe risparmiare 3.100 euro in più all’anno, molto meno di un inglese che dovrà accumulare ben 12.300 euro, un tedesco (11.900 euro) o un francese (7.600 euro).
Ma la ricerca considera solo il reddito da lavoro dipendente e non di quello da lavoro autonomo che in Italia è il 24,5% del totale contro una media Ue del 15,6%.
Le nuove speranze per la pensione
Tutto ciò porta gli italiani a differenziare la “speranza” di reddito. Alla domanda “come si finanzierà la pensione?”, solo un quarto del campione dichiara di affidarsi all’Inps o agli altri enti previdenziali, mentre:
• il 20% punta sul risparmio regolare,
• il 15% confida nel valore della casa,
• il 14% pensa di continuare a lavorare,
• e solo il 9% si affida ai piani pensione integrativi.
Sono risultato che spingerebbero sempre più verso forme di risparmio pensionistico privato. Senza nulla togliere alla fondatezza di questi dati, forse non è un caso che siano stati elaborati e divulgati da una compagnia assicurativa. (A.D.M.)