In queste pagine si susseguono articoli su come ridurre il carico fiscale, come chiedere l’esenzione dal canone RAI, come sfruttare le esenzioni IMU, ma non si dà l’importanza che merita alle fantastiche opportunità concesse dal governo a favore del cittadino che intende avvalersi dei fondi pensione.
Poniamo il caso che esistano due soggetti, liberi professionisti o commercianti o lavoratori autonomi. Il primo, di nome OTTIMO, sottoscrive ogni anno 5.164 euro di un fondo pensione (uno a caso, come spesso avviene), il secondo, di nome SCARSO, si disinteressa completamente, non sa neanche cosa siano i fondi pensione e odia i mercati finanziari, ritenendoli “brutti e cattivi”.
Nella relazione sull’esercizio 2015 del presidente della Covip – l’organo di vigilanza sui fondi pensioni – si legge che “aderiscono alla previdenza complementare 5,2 milioni di lavoratori dipendenti, 1,9 milioni di lavoratori autonomi e 174mila di lavoratori dipendenti del settore pubblico”. Troppo pochi: solo un quarto dei lavoratori italiani ha quote in un fondo pensione, sia esso chiuso o aperto.
La cosa è grave per diversi motivi:
- Non si è creato un mercato dei fondi pensioni, che costituiscono un pilastro importante all’interno degli investitori istituzionali;
- Il lavoratore, quando andrà in pensione non potrà contare su una rendita aggiuntiva, data dalle erogazioni del fondo pensione;
- In particolare, il lavoratore che non aderisce non beneficia del credito fiscale.
Tornando ai nostri due soggetti dell’esempio iniziale, OTTIMO in questa scadenza fiscale, con un reddito di 28 mila euro lordi, ha un carico di imposte inferiore a SCARSO fino a circa 1.400 euro circa (mica pochi!). Infatti la completa deducibilità del versamento annuale al fondo pensione fino a 5.164 euro consente di risparmiare 5.164*27% (aliquota marginale ipotizzata del 27%)=1.394 euro.
Quando dovete prendere in considerazione la sottoscrizione di un fondo pensione, non prendere in considerazione i mercati finanziari, è sufficiente valutare correttamente il risparmio fiscale.
Aderite, cari italiani, soprattutto se siete giovani.
A scanso di equivoci, ricordiamo la differenza tra le due tipologie “macro” di fondi pensione: FONDI PENSIONE APERTI (FPA) Forma pensionistica complementare istituita direttamente da banche, società di intermediazione mobiliare, compagnie di assicurazione e società di gestione del risparmio. Viene realizzato mediante la costituzione di un patrimonio separato e autonomo all’interno della società istitutrice finalizzato esclusivamente all’erogazione di prestazioni previdenziali. FONDI PENSIONE CHIUSI (o NEGOZIALI ) Forma pensionistica complementare istituita sulla base di contratti o accordi collettivi (fra sindacati e associazioni padronali) o di regolamenti aziendali, diretta a soggetti individuati in base all’appartenenza ad un determinato comparto, impresa o gruppo di imprese o a un determinato territorio. |
A cura di Beniamino Piccone
Docente di Sistema Finanziario e Private banker
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