Dopo l’Articolo 18 tocca alle pensioni? Il Fmi “consiglia” il governo italiano

Ribadita per l'ennesima volta la richiesta di un taglio della spesa previdenziale per abbattere i costi del Paese

Il direttore esecutivo del FMI Andrea Montanino, nel presentare il rapporto sul nostro Paese, ha detto testualmente: “L’Italia, nelle condizioni attuali, non è un Paese per cui si possa pensare ad un futuro radioso, o quantomeno sereno. La crescita potenziale dell’Italia di fatto crolla per gli anni futuri, siamo inchiodati allo 0,5%”.

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Nel suo report il Fmi ha stimato che la crescita dell’Italia sarà dello 0,2%, a fronte dello 0,3% previsto nel precedente rapporto. Inoltre Montanino ha ricordato come il ‘private equity’ (investimenti in società non quotate da parte di fondi specializzati) sia molto più sviluppato negli Usa e che l’Europa è troppo “bancocentrica”, e che su questa fattispecie è necessario agire perché “le banche italiane hanno fatto progressi nel rafforzare i bilanci, ma devono affrontare sfide e venti contrari ciclici” e devono quindi “essere pronte a soddisfare la domanda quando l’economia si riprenderà”.

CONSIGLI INTERESSATI – già nello scorso Settembre il Fondo aveva esortato l’Italia a intervenire drasticamente sul bilancio pubblico affrontando una riduzione delle pensioni e del sistema sanitario. Come affermato da Kennet Kang, capo missione dell’istituzione guidata da Lagarde, “la spesa pensionistica è troppo alta e un taglio della spesa pubblica deve passare per un taglio della spesa previdenziale”.

Inoltre il Fmi ha presentato anche un rapporto più completo che affronta il problema della crescita in Europa. “L’evidenza dimostra che l’aumento dell’età pensionabile non necessariamente porta a un aumento della partecipazione della forza lavoro” e quindi si vorrebbero inserire manovre che potrebbero “includere regole per il pensionamento anticipato, razionalizzando i benefici, e l’adozione di altri incentivi finanziari, insieme però a politiche che aumentino la domanda per coloro che intendono posticipare il pensionamento”. Anche se poi queste manovre dovrebbero essere accompagnate da riforme serie per i giovani, per i quali il problema del lavoro resta sempre di una gravità assoluta.