Crisi Facebook, i 10 punti della difesa di Cambridge Analytica

Il 9 aprile Cambridge Analytica ha pubblicato un comunicato stampa sul suo sito, nel quale elencava i 10 punti della difesa: cosa è stato scritto

Il caso Cambridge Analytica è ormai finito non solo su tutte le testate internazionali, ma anche al Senato americano. Il 10 aprile Mark Zuckerberg è infatti stato ascoltato dal Senato, ma già il 9 aprile Cambridge Analytica aveva pubblicato una dichiarazione di difesa sul suo sito.

La società britannica punta su una difesa divisa per argomenti, 10 per l’esattezza, attraverso i quali cerca di chiarire la sua posizione e le finalità del proprio operato. La società inizia la difesa affermando che vuole cercare di arginare le “false accuse che vengono fatte alla compagnia”. Il CEO ad interim Alexander Tayler ha dichiarato: “abbiamo scelto di presentare 10 fatti in risposta a recenti affermazioni. Abbiamo anche lanciato un sito web, CambridgeFacts.com, che affronta in modo esaustivo e scrupoloso le falsità che circondano la nostra azienda e il suo lavoro.”

La società sostiene che nessuna legge è stata violata, perché “Cambridge Analytica non ha “hackerato” Facebook”. I dati utilizzati dalla società infatti sono stati acquisiti, afferma la difesa di CA, legalmente da una società di ricerca (GSR) e centinaia di altre aziende di dati si sono comportate allo stesso modo.

Altro punto importante è che la società dichiara di non aver utilizzato i dati acquisiti GSR nelle elezioni presidenziali americane. Questo identifica le affermazioni su un loro presunto utilizzo per la campagna Trump come notizie “semplicemente false. Cambridge Analytica ha fornito sondaggi, analisi dei dati e marketing digitale per la campagna Trump”.

I modelli utilizzati nelle campagne Trump sono prima stati utilizzati anche nelle campagne di Obama e Clinton: nulla di strano o illegale insomma.

Non solo: la società scrive di non aver lavorato affatto al referendum sulla Brexit. Si legge: “abbiamo lanciato Leave.eu, Vote.leave e Remain, ma non abbiamo fatto alcun lavoro pagato o non pagato per nessuna di queste entità. Non siamo stati coinvolti nel referendum a nessun titolo”. Nel comunicato, CA afferma inoltre che la maggior parte degli affari della società è commerciale e non politica.

Stando alle affermazioni, sembra che la società abbia utilizzato “solamente” 30 degli 87 milioni di dati raccolti da GSR. In più, Cambridge Analytica sottolinea di raccogliere “i dati solo con il consenso informato.” e la società si è impegnata ad effettuare un’indagine che dimostri che non sono in possesso di dati GSR.

Di fronte a tutte le notizie e gli scandali, Cambridge Analytica scrive di aver “collaborato con l’UK Commission Commission’s Office (ICO). Siamo stati in comunicazione con l’ICO da febbraio 2017, quando abbiamo ospitato il suo team nel nostro ufficio di Londra per fornire una totale trasparenza sui dati in nostro possesso, su come li elaboriamo e sulla base legale per elaborarli”.

Una difesa insomma contro tutte le accuse e le notizie che da settimane invadono la rete. Attendiamo il prossimo passo in questa faccenda sempre più intricata.