Notorietà, soldi finiti su un fondo gestito da un Principe e un controverso personaggio politico coinvolto: gli ingredienti per lo scandalo perfetto ci sono tutti. E così Carlo d’Inghilterra è finito nell’occhio del ciclone per aver accettato – si dice – 3 milioni di euro in contanti dall’ex premier del Qatar, Sheikh Hamad bin Jassim bin Jaber Al Thani, depositati direttamente sui conti dell’ente di beneficenza gestito dal principe.
Il principe Carlo al centro di uno scandalo
Carlo d’Inghilterra è finito al centro di uno scandalo, un altro per la famiglia Reale dopo quello che ha coinvolto il fratello (qui le accuse pesantissime al figlio della regina). Il principe infatti, a seguito di un’inchiesta portata a termine dal Sunday Times, si è ritrovato a rispondere a domande al quanto scomode circa uno scambio di denaro che sarebbe avvenuto con l’ex primo ministro del Qatar.
I soldi, poi depositati su un suo fondo di beneficienza, pare siano in totale 3 milioni di euro. Il primo milione lo avrebbe ricevuto dallo sceicco Hamad bin Jassim bin Jaber Al Thani durante una riunione alla Clarence House, residenza reale. Le donazioni sarebbero poi state depositate sui conti del Prince of Wales’s Charitable Fund con pagamenti effettuati tra il 2011 e il 2015.
In un’altra occasione, il denaro restante sarebbe stato infilato e consegnato in delle borse della spesa di Fortnum & Mason, anche questa volta in contati (in banconote da 500 euro, tutte lo stesso taglio).
Lo “sceicco che ha comprato Londra” e i soldi donati al principe Carlo: perché è considerato un personaggio controverso?
A insospettire non sono state però solo le modalità in cui è avvenuta la donazione di denaro. Come già accennato sopra, infatti, è la figura dell’ex premier arabo a essere di per sé controversa.
Lo sceicco Hamad bin Jassim bin Jaber Al Thani è un ex politico e parente della famiglia regnante del Qatar. È stato Primo Ministro tra aprile 2007 e giugno 2013 e ha ricoperto altre posizioni governative di alto profilo, è stato infatti ministro degli Esteri per quasi 20 anni. Il suo patrimonio netto stimato è di circa 1 miliardo di sterline, rendendolo uno degli uomini più ricchi della nazione.
Lo sceicco è stato nominato nel 2016 nei Panama Papers (dello scandalo ve ne abbiamo parlato qui), che hanno rivelato che ha utilizzato società offshore. Mentre nel 2021 il suo nome è apparso anche nel 2021 nei Pandora Papers (qui i vip e i politici coinvolti), per il suo utilizzo di società offshore nelle Isole Vergini britanniche e alle Bahamas.
Sebbene non sia illegale accettare donazioni in contanti in Inghilterra (anche quando a farle è uno sceicco), le linee guida della Commissione di beneficenza in UK prevedono che quando un ente benefico somme così ingenti bisogna avviare prima un’adeguata due diligence, ovvero una verifica dei dati di bilancio e della provenienza dei soldi, così da prevenire ed evitare eventuali danni all’immagine che vadano ad intaccare la causa.
L’indagine che ha coinvolto Carlo, inoltre, ha aperto di nuovo il dibattito (e spianato la strada alle speculazioni) sugli scandali “cash for access”, termine che di comune uso tra gli inglesi per indicare tutte quelle situazioni scomode e compromettenti dove politici e persone influenti hanno accettato donazioni in cambio dell’accesso a cariche di rilievo o di un posto a sedere nel tavolo delle trattative più importanti del paese. Molti vedono tali pratiche – incluso il “cash for honours” – come una minaccia alla democrazia britannica.
Non a caso, Hamad è soprannominato HBJ nei circoli finanziari londinesi ed è descritto come “l’uomo che ha comprato Londra” dopo aver usato la sua ricchezza e influenza per espandere le attività finanziarie del Qatar nella città. Basti pensare che tra il 2000 e il 2013, HBJ ha supervisionato numerosi affari tra cui investimenti che hanno coinvolto i grandi magazzini Harrods, lo Shard e il Villaggio Olimpico di Londra, l’hotel InterContinental di Park Lane e l’aeroporto di Heathrow.
La replica del principe Carlo
L’ufficio del principe Carlo, la Clarence House, ha negato che ci siano state delle irregolarità nella donazione fatta alla fondazione gestita dall’erede al trono. Il fatto che abbia accettato borse piene di denaro come donazioni in beneficenza da parte di un noto volto politico del Qatar non è di per sé un reato.
Nel cercare di placare lo scandalo, inoltre, è stato aggiunto che i soldi in questione sono stati consegnato al secondo membro più anziano della famiglia reale britannica in riunioni private avvenute tra il 2011 e il 2015, in un’occasione in una valigia e in un’altra nelle stesse buste del Fortnum & Mason di Londra segnalate nell’inchiesta giornalistica.
Intanto, un portavoce della Clarence House ha dichiarato: “Le donazioni di beneficenza ricevute dallo sceicco Hamad bin Jassim sono state immediatamente trasferite a uno degli enti di beneficenza del principe che ci ha assicurato che tutti i processi sono stati seguiti correttamente”. Tuttavia, nessuno degli incontri avvenuti tra il principe e lo sceicco Hamad compare nella circolare di corte relativa agli impegni reali.
L’ente a cui sono stati destinati i fondi dello sceicco fornisce sovvenzioni per sostenere le comunità rurali e per migliorare le prospettive di redditività delle aziende agricole nel paese. Fondato nel 1979, destina circa 3 milioni di sterline ogni anno a progetti di beneficenza, il che significa che le donazioni di Hamad erano equivalenti alla sua intera spesa annuale. La domanda che si fanno tutti, quindi, oggi è: per cosa sono stati usati e come questi soldi?
L’ufficio di Carlo ha solo affermato in una dichiarazione che le donazioni “sono state immediatamente trasferite a uno degli enti di beneficenza del principe, che ha assicurato che tutti i processi corretti sono stati seguiti”. Successivamente è stato aggiunto che “il donatore era una controparte legittima e verificata e revisori hanno firmato la donazione dopo un’indagine specifica durante l’audit”
L’ufficio comunicazioni del governo del Qatar invece non ha ancora risposto immediatamente a una richiesta di commento.
Ma i guai non finisco qui. Nelle stesse ore infatti è emerso che la polizia di Londra sta attualmente indagando su un’altra accusa che coinvolge sempre l’erede al trono, secondo cui persone associate a un diverso ente di beneficenza del principe, la Prince’s Foundation, si sono offerte per aiutare un miliardario saudita a ottenere onori e cittadinanza britannica in cambio di donazioni. La Clarence House, in merito a quest’altra questione, ha detto che Carlo non era a conoscenza di alcuna offerta del genere.