Perché George Clooney ha rifiutato 35 milioni di dollari

La star di Hollywood sempre attivo sul fronte dei diritti umani ha detto di no all'offerta per una pubblicità

Per dire di no a un assegno da 35 milioni di dollari in un solo giorno di lavoro ci vuole un grande conto in banca e solidi principi. George Clooney ha sicuramente tenuto in conto di entrambe le condizioni quando ha declinato l’offerta milionaria di una compagnia area per uno spot pubblicitario. Il gran rifiuto della star di Hollywood, noto per il suo attivismo politico e umanitario, nasce, infatti, dalla posizione controversa in tema di diritti civili da parte del Paese al quale appartiene l’azienda. “Beh, se mi manca un minuto di sonno, non ne vale la pena” ha pensato l’attore, che davanti alla maxi somma ha detto così “no, grazie”.

Il gran rifiuto di George Clooney, no a 35 milioni per uno spot: i motivi etici

Del resto l’attore 60enne non è nuovo a queste decisioni sorprendenti: un anno fa raccontò come nel 2013 regalò ai propri amici 14 milioni di dollari ciascuno per ringraziarli del sostegno ricevuto nei momenti difficili della sua vita (qui avevamo parlato di quanto costerebbe essere vicini di casa di Clooney).

Clooney non ha svelato né il nome del vettore né ha chiarito quale fosse la Nazione a cui faceva riferimento, ma sulla sua decisione è stato determinante il parere della moglie (non sono in qualità di consorte) Amal Ramzi Alamuddin, giurista di origini libanesi specializzata in diritto internazionale e diritti umani.

“Mi sono stati offerti 35 milioni di dollari per un giorno di lavoro per uno spot di una compagnia aerea, ma ne ho parlato con Amal e abbiamo deciso che non ne valeva la pena” ha raccontato l’attore.

“Era associata a un paese che, sebbene sia un alleato, (agli Usa, ndr.) a volte è discutibile” ha spiegato Clooney che per questo ha ritenuto che non fosse il caso di perderci il sonno, visto che, come ha ammesso lui stesso, i soldi non gli mancano (qui per scoprire la classifica degli attori più pagati al mondo).

L’attore, premio Oscar come non protagonista in “Syriana” e per il miglior film per “Argo”, è da sempre in prima linea sul fronte del rispetto diritti civili, un impegno ancora più forte dopo aver sposato nel 2014 l’avvocatessa Amal nota per aver difeso, tra gli altri, il fondatore di Wikileaks, Julian Assange e l’ex primo ministro dell’Ucraina, Yulia Tymoshenko (qui per scoprire la classifica delle 10 donne più potenti al mondo).

Il matrimonio ha dato a Clooney una nuova prospettiva si dal punto di vista personale che professionale: “Non ci sono così tante parti fantastiche e non devo per forza recitare. Mia moglie ed io abbiamo avuto questa conversazione quando ho compiuto 60 anni, quest’estate. Ho detto: ‘Entrambi amiamo quello che facciamo. Ma dobbiamo assicurarci di non prenderci in giro noi stessi'” ha spiegato.