Mondiali, quanto costerebbe alla Nazionale un’altra esclusione

Un'Italia fuori dal Mondiale di Qatar, nel 2022, rappresenterebbe un nuovo tracollo sportivo ed economico come accaduto quattro anni, quando la Nazionale mancò la qualificazione a Russia 2018

Il 13 novembre 2017 è il lunedì nero per il calcio italiano: quel giorno, infatti, la Nazionale di calcio, allora allenata da Gian Piero Ventura, non è riuscita a qualificarsi al Mondiale 2018, giocato in Russia e vinto dalla Francia. Lo 0-0 contro la Svezia a San Siro, nel ritorno dello spareggio dopo il ko nell’andata disputata a Stoccolma (1-0), ha segnato il punto più basso di un intero movimento: l’Italia, infatti, era sempre stata presente alle fasi finali di una Coppa del Mondo.

A distanza di quattro anni, la Nazionale di Roberto Mancini, fresca vincitrice dell’Europeo, rivede gli stessi fantasmi. I pareggi con Bulgaria e Svizzera hanno gettato alcune ombre sulla qualificazione al Mondiale del Qatar, che sembrava vicinissima. Un altro flop costerebbe tantissimo, in termini sportivi ed economici: ma quanto? Ecco l’ammontare dei milioni di euro andati in fumo quattro anni fa, dopo Italia-Svezia.

Mondiali, quanto costerebbe alla Nazionale un’altra esclusione

Difficile stimare la perdita precisa, in termini di milioni di euro, in caso di mancata qualificazione della Nazionale al Mondiale del Qatar, in programma nel 2022. Se ne può ricavare una stima basandosi sui numeri del torneo precedente, Russia 2018.

Quattro anni fa, ogni Nazionale (32 in tutto) giunta alla fase finale del torneo ha ricevuto 2 milioni di dollari. Quelle eliminate dalla fase a gironi altri 10 milioni di dollari, mentre le squadre eliminate agli ottavi ne hanno ricevuti 20, di milioni di dollari. A salire: 25 milioni di dollari giocando i quarti, 40 milioni di dollari alla finalista perdente e 50 milioni di dollari alla vincitrice.

Un’Italia fuori dal Mondiale significherebbe poi meno spettatori incollati alla tv, come successo per gli Europei appena vinti, e quindi meno ricavi legati ai diritti televisivi (25 milioni di euro che la sola Rai paga alla Federazione italiana gioco calcio) e agli sponsor.

Anche il merchandising risente dell’assenza degli Azzurri, soprattutto le magliette (Puma paga circa 19 milioni di euro per essere lo sponsor tecnico, ma una Nazionale non qualificata vende meno divise). Ma la ricaduta è trasversale su tutta la società: bar, ristoranti, pizzerie, centri commerciali. Una stima di 5-6 milioni di euro di perdita complessiva a partita rispetto a un match-day con l’Italia in campo.

Infine, le scommesse: a Euro 2016, le puntate attraverso i bookmakers sull’Italia hanno riguardato 19 dei 268 milioni di euro raccolti.

Nazionale in difficoltà: quanto ha speso la Serie A nell’ultimo calciomercato

Nonostante l’Europeo vinto, insomma, un po’ di pessimismo dopo i pareggi con Bulgaria e Svizzera si è fatto strada. Non è bastato il trionfo di Wembley per rinvigorire l’immagine della Serie A, vista ormai come uno dei campionati meno nobili tra i big del continente.

Eppure, i dati dicono che nell’ultima sessione di calciomercato quello italiano è stato il torneo a muovere più soldi per i trasferimenti. Dietro all’inarrivabile Premier League inglese, con oltre 3,2 miliardi di euro spesi (e 1,3 miliardi di euro di entrate), c’è proprio la Serie A con quasi 1,5 miliardi di euro (e poco più di 1,1 miliardi di euro di entrate). Ecco la classifica:

  • Premier League: spese: 3.265 miliardi di euro; entrate: 1.323 miliardi di euro. Saldo: -1.942 miliardi di euro;
  • Serie A: spese: 1.452 miliardi di euro; entrate: 1.154 miliardi di euro. Saldo: -298 milioni di euro;
  • Ligue 1: spese: 1.012 miliardi di euro; entrate: 885 milioni di euro. Saldo: -127 milioni di euro;
  • Bundesliga: spese: 829 milioni di euro; entrate: 821 milioni di euro. Saldo: -8 milioni di euro;
  • Liga: spese: 737 milioni di euro; entrate: 937 milioni di euro. Saldo: +200 milioni di euro.