Che il “ritorno” in televisione di Beppe Grillo non potesse passare inosservato era prevedibile. Ma le polemiche sollevate dal suo sostanzioso compenso, nelle ultime ore si sono trasformate in una vera e propria bufera politica.
Ad accendere il dibattito sul comico genovese, nonché fondatore storico del Movimento 5 Stelle, questa volta è il cachet stellare previsto per le sue vecchie performance nello show “C’è Grillo“, in onda in prima serata su Rai2. Nessun contratto, precisano da Viale Mazzini, ma un compenso ponderato sulla base del solo sfruttamento dei diritti di immagine che nel caso di Beppe Grillo ammonterà a circa 30 mila euro.
Giusto oppure no, Beppe Grillo incasserà un obolo davvero considerevole solo per l’utilizzo di qualche vecchio “sketch” e delle performance televisive più irriverenti che l’hanno reso celebre. Tutto ciò sarà trasmesso in uno speciale-revival a lui interamente dedicato all’interno del palinsesto della Seconda rete di Stato. Un obolo che il comico percepirà attraverso il suo agente e che, precisano in Rai, è perfettamente congruo rispetto alle tabelle della Siae.
Grillo manca ufficialmente dalla scena televisiva italiana dal 2 dicembre del 1993, quando su Rai1 andò in onda l’ultima puntata del “Beppe Grillo Show“: 15 milioni di telespettatori e roventi invettive politiche resero memorabile la sua performance televisiva. Poi più nulla per molto tempo fino all’inaspettato ritorno nel 2014 con un’intervista esclusiva a “Porta a Porta” come leader di un movimento che da lì a poco avrebbe rivoluzionato la scena politica italiana.
Lo Show “C’è Grillo” sarà una sorta di omaggio ai 40 anni di carriera dell’ex “mattatore” dell’arena televisiva italiana nell’ambito di “C’e”, la serie di omaggi ai “grandi” dello spettacolo ideata dal direttore di rete Carlo Freccero, inaugurata poco tempo fa da Celentano.
Ma la notizia dell’esorbitante costo di questo “ritorno” non è piaciuta a molti rappresentanti delle opposizioni tra i quali infuria la protesta. “Sono cose da Repubblica delle banane” – ha sentenziato il deputato democratico Roberto Morassut – “ricordo a Grillo che 30 mila euro è lo stipendio annuo lordo di un impiegato comunale”. E in molti chiedono a gran voce un intervento immediato del Ministro dell’Economia Giovanni Tria, principale azionista della Rai.