Nel 2013 è stato individuato per la prima volta la Xylella Fastidiosa, un batterio patogeno che ha infettato le piante di ulivo. Nel Salento è stato registrato il primo caso nel territorio dell’Unione Europea.
A distanza di 6 anni i danni sono ingenti. La Xylella Fastidiosa ha provocato il disseccamento degli ulivi infettati togliendo tutta la loro capacità produttiva. L’Italia Olivicola, a fronte di una situazione d’emergenza, ha invocato un intervento straordinario di ristrutturazione e riconversione degli uliveti del Salento. La più importante organizzazione dell’olivicoltura italiana ha elaborato i dati relativi alla fitopatia che ha colpito la Puglia. Secondo le stime, oltre 4 milioni di piante hanno perso totalmente la propria capacità produttiva ed entro un paio di anni il numero è destinato almeno a raddoppiare (l’area colpita dal batterio complessivamente raccoglie circa 22 milioni di piante).
Ogni anno sono state perse 29mila tonnellate di olio d’oliva, pari in media quasi al 10% della produzione olivicola italiana, per un totale di 390 milioni di euro complessivi di valore della mancata produzione. Olivicola ha anche analizzato la quantità di ettari di oliveti andati completamente distrutti e attesta la cifra attorno ai 50mila. In particolare sono state colpite le zone di Lecce, Brindisi e Taranto. L’intervento straordinario richiesto dall’organizzazione prevede circa 500 milioni di euro da investire per realizzare nuovi impianti olivicoli nei 50mila ettari completamente desertificati. Il costo comprende 400 milioni per la realizzazione dei nuovi impianti (preparazione del terreno, piantine, messa a dimora, cure agronomiche, formazione ecc.) e 100 milioni di euro per olivicoltori e frantoiani come contributo di mancato reddito per le prime 4 annualità successive alla piantumazione.
Queste le parole del presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo: “Siamo davanti ad una catastrofe senza precedenti che deve essere affrontata in sinergia tra Unione Europea, Governo e Regione senza perdere più tempo. Ogni minuto perso regala al batterio la possibilità di avanzare e distruggere completamente la nostra olivicoltura. Occorre snellire le procedure ed eliminare qualsiasi vincolo paesaggistico ed architettonico per gli agricoltori che vogliono espiantare scheletri di ulivo e reimpiantare per poter riprendere la produzione. Lo Stato deve sostenere queste operazioni i cui costi non possono ricadere sulle vittime di questo disastro. In caso di mancato intervento, entro pochi anni la produzione di olio di oliva in Salento prima, e nel resto della Puglia poi, è destinata ad azzerarsi e a scomparire completamente”.