Il “decreto riaperture” del 22 aprile 2021 aveva posticipato la scadenza dello smart working nella sua forma semplificata. Lo spostamento in avanti dei paletti, che consentono l’accesso, a lavoratori e aziende, alla procedura agevolata per il lavoro da remoto, riguarda sia lo smart working nel settore privato, sia lo smart working nella Pubblica Amministrazione.
Il decreto legge del 22 aprile 2021, n. 52, cosiddetto “decreto riaperture”, contenente “Misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali, nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19”, inseriva il “lavoro agile” nell’allegato 2, contenente a sua volta la “proroga dei termini correlati con lo stato di emergenza epidemiologica da COVID-19”.
Qual era la data? In primavera, si era pensato di prolungare lo smart working semplificato fino al 31 luglio 2021. In sede di conversione del decreto legge sulle riaperture, però, si è pensato di estendere ulteriormente i termini temporali. Qual è la nuova scadenza?
In cosa consiste e come funziona lo smart working semplificato
Grazie alla procedura più snella, è possibile usufruire del lavoro agile in presenza di un rapporto di lavoro subordinato senza gli accordi individuali bilaterali datore di lavoro-lavoratore. La procedura semplificata diventa poi obbligatoria al verificarsi di determinate condizioni: ad esempio, nel periodo in cui viene dichiarato lo stato di emergenza conseguente alla pandemia COVID-19 o per i lavoratori con figlio minore di 16 anni, convivente e a carico, il quale sia in regime di quarantena obbligatoria, oppure stia seguendo le lezioni scolastiche con la didattica a distanza (qui altre informazioni su come si usa lo smart working semplificato).
Le condizioni di sopra tornano purtroppo quanto mai attuali, sia alla luce della nuova ondata di contagi innescata tra i non vaccinati dalla variante Delta, sia alla luce del dibattito sui 200mila professori che non hanno preso appuntamento per un’iniezione. Se l’iter agevolato non fosse ad oggi stato possibile, si sarebbe reso necessario ricorrere ad accordi collettivi.
Qual è la nuova scadenza, anche per la Pubblica Amministrazione
In sede di conversione di legge del “decreto ripartenze”, si è deciso di prolungare la vita dello smart working semplificato. La nuova data? Si tratta del 31 dicembre 2021. Naturalmente da parte di deputati e senatori c’è stata una considerazione riguardante l’aumento dei casi e i nuovi rischi innescati dalla mutazione più contagiosa del coronavirus. Un ripensamento che richiama l’acceso dibattito di questi giorni sul Green Pass (qui il braccio di ferro sul certificato verde ingaggiato da Mario Draghi con le regioni).