La Russia di Putin statalizza Renault, cosa succede adesso

La casa automobilistica francese (che in Oriente ha il suo secondo mercato globale) he deciso di cedere le proprie quote al governo russo e lasciare il Paese

Ennesima doccia gelata per Vladimir Putin, che sta attraversando un periodo di forti tensioni sul fronte dell’economia interna e dei rapporti internazionali. Oltre alle sanzioni sempre più pesanti imposte da parte dell’Unione europea e degli Stati Uniti, il capo del Cremlino deve fronteggiare anche la dolorosa questione delle molte multinazionali che stanno lasciando la Russia.

L’ultima clamorosa notizia riguarda le attività della casa automobilistica francese Renault, che con una decisione degli ultimi giorni ha ceduto allo Stato russo tutte le proprie quote nel Paese: lo ha reso noto il ministero dell’Industria e del commercio di Mosca in un comunicato. L’annuncio segue il ritiro della Renault dalla Russia in seguito all’invasione dell’Ucraina, avvenuto a marzo.

Quanto valgono le quote di Renault in Russia e cosa succede ora

“Sono stati firmati accordi per il trasferimento di asset russi dal gruppo Renault alla Federazione Russa e al governo di Mosca“, ha affermato il ministero nella nota. Le azioni di Renault Russia sono state trasferite al governo della città di Mosca, mentre l’Istituto statale di ricerca nel settore automobilistico (NAMI) è diventato proprietario della partecipazione della Renault nella casa automobilistica russa Avtovaz.

Il governo di Mosca ha adesso così il 100% delle azioni di Renault Russia, mentre la quota nella Avtovaz passata al NAMI è pari al 67,69% del totale dell’azienda. La Avtovaz continuerà ad assemblare l’intera gamma delle auto nei suoi stabilimenti e offrirà i servizi di manutenzione per le autovetture Renault presenti e circolanti ad oggi in Russia.

L’accordo di cessione prevede anche un’opzione di riacquisto da parte del Gruppo Renault della propria partecipazione in Avtovaz, esercitabile in determinati momenti nei prossimi 6 anni. Ora le attività russe saranno deconsolidate all’interno del bilancio della multinazionale per il semestre chiuso al 30 giugno 2022 e saranno contabilizzate come attività cessate.

Le prospettive della casa automobilistica francese

Il Gruppo Renault intanto ha confermato le prospettive finanziarie annunciate il 23 marzo 2022 specificando però che – in occasione di un Capital Market Day che si terrà nell’autunno del 2022 – verrà riaggiornata la sua strategia di mercato per il 2023: l’obiettivo è quello di non abdicare al ruolo di attore di riferimento competitivo, tecnologico e sostenibile per il mercato orientale.

La Russia infatti è il secondo mercato mondiale del gruppo Renault dopo l’Europa, con quasi 500mila veicoli venduti nel 2021 grazie soprattutto alla società AvtoVAZ, che era stata acquisita alla fine del 2016 con una quota del 69% e produce le due auto più immatricolate in Russia (Lada Vesta e Granta), con una quota di mercato totale del 28,8%.

I numeri di Renault in Russia e il rischio di gravi perdite

L’uscita dalla Russia costerà alla Renault circa il 10% del fatturato. Nel primo trimestre, la casa francese aveva registrato nel Paese ricavi complessivi per circa 900 milioni di euro, di cui 527 milioni dalla sua partecipazione in Avtovaz e 367 milioni da Renault Russia, cui faceva capo il grande stabilimento alle porte di Mosca dove venivano prodotte Dacia Duster, Renault Kaptur, Renault Arkana e Nissan Terrano, per un totale di circa 95mila veicoli.

“Abbiamo preso una decisione difficile ma necessaria e stiamo facendo una scelta responsabile per i nostri 45mila dipendenti in Russia”, ha detto il ceo di Renault, Luca de Meo.