Reddito minimo, l’Italia apre all’Ue: cosa prevede il piano europeo

La ministra Calderone apre al reddito minimo proposto dall'Ue, ma non mancano le polemiche interne del Movimento 5 Stelle dopo il no all'Rdc

Da mesi non si fa altro che parlare del salario minimo, un reddito base per tutti i cittadini per combattere la povertà in ogni Paese dell’Ue. La proposta, infatti, più e più volte è stata discussa dal Consiglio europeo che è arrivato anche a diramare una raccomandazione a tutti gli Stati membri per cercare di allinearsi a un reddito minimo anti-povertà. E tra i destinatari della raccomandazione c’è pure l’Italia che di recente, con la ministra del Lavoro Marina Calderone, avrebbe aperto all’idea europea provocando non poche polemiche interne.

Reddito minimo, il piano dell’Europa

Negli scorsi giorni, infatti, è arrivato il via libera dell’Italia, tramite la ministra Calderone, alla raccomandazione adottata dal Consiglio Ue rivolta agli Stati membri per un reddito minimo adeguato. Questo salario minimo, infatti, mirerebbe a combattere la povertà e l’esclusione sociale e a perseguire elevati livelli di occupazione, promuovendo un adeguato sostegno al reddito mediante un reddito minimo e altri importanti strumenti. Il Consiglio ha quindi tenuto a precisare agli Stati di fornire basi solide per la sicurezza sociale, stabilendo un livello del reddito minimo attraverso una metodologia solida e trasparente, in conformità con il diritto nazionale e coinvolgendo le parti interessate.

L’obiettivo, fa sapere l’Ue, è quello di promuovere la parità di genere, la sicurezza del reddito e l’indipendenza economica delle donne, dei giovani adulti e delle persone con disabilità. La raccomandazione adottata pone anche dei paletti, con l’invito agli Stati membri di raggiungere gradualmente il livello adeguato di sostegno al reddito entro il 2030 al più tardi.

Ma come fare a scegliere un compenso adeguato? L’Ue, al paragrafo 21 della raccomandazione, spiega che per garantire l’adeguatezza del sostegno è necessaria “una metodologia solida e trasparente che stabilisca, riesamini a intervalli regolari e, ogniqualvolta pertinente, adegui annualmente il reddito minimo, sulla base di indicatori pertinenti e tenendo conto delle esigenze specifiche delle famiglie”. Nello specifico “l’adeguatezza può essere valutata rispetto al reddito da lavoro, come il reddito di un lavoratore a basso salario o di un lavoratore che percepisce il salario minimo, rispettando nel contempo la soglia di rischio di povertà o garantendo il costo della vita e le esigenze delle persone che non dispongono di risorse sufficienti”.

Secondo i numeri in possesso dell’Unione, poi, “non vi sono dati che indichino, in media, un impatto negativo significativo sulla probabilità di trovare un lavoro per chi percepisce il sostegno al reddito minimo”. Ed è su questo punto che si è acceso lo scontro in Italia.

Polemiche sul reddito minimo, lo scontro in Italia

Ma l’apertura della ministra Calderone alla proposta dell’Unione Europe cozza un po’ con quello che è il pensiero del Governo sul reddito di cittadinanza. Ad aprire la polemica, infatti, sono stati i Cinque Stelle che sono venuti a conoscenza dell’approvazione della ministra alla raccomandazione del Consiglio, un via libera che fa storcere il naso al M5s che si era fatto promotore dell’Rdc che Fratelli d’Italia, e l’esecutivo Meloni in generale, vorrebbe abolire del tutto in Italia (qui vi abbiamo parlato dell’Rdc di dicembre).

“Cambiare idea non è mai stato così facile come per Giorgia Meloni. Il suo governo demolisce il reddito in Italia, ma in Europa invece lo promuove a modello per tutti gli Stati membri” hanno detto in una nota gli europarlamentari M5s Laura Ferrara e Mario Furore. Fratelli d’Italia però si difende e chiarisce: “Reddito minimo e reddito di cittadinanza rispondono a due presupposti differenti: il primo è correlato a un’attività lavorativa; il secondo costituisce un sussidio”. “Considerarli come sinonimi, non fa che aumentare la confusione nelle persone e distogliere l’attenzione da quello che di concreto si sta facendo per chi è in condizioni di fragilità”, afferma l’eurodeputato Nicola Procaccini