Quando il PIL dell’Italia è cresciuto di più?

In quell’anno segnato un +4 punti. A cavallo del 2010 gli anni peggiori con un -6,6 nel 2009. Bolzano la terra con il PIL più alto, la Calabria è il fanalino di coda.

Il 2022 doveva essere l’anno del rilancio dell’economia italiana ed europea.

Grazie infatti al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e ai numerosi investimenti pubblici nell’economia, nei mesi precedenti alla guerra e all’emergere delle problematiche legate agli aumenti del costo dell’energia, la crescita italiana era stimata addirittura in un +4,7% (nel NADEF). Una crescita che avrebbe dato seguito al +6,6% del 2021: un dato quest’ultimo legato in buona parte alla forte discesa registrata nel 2020 a causa della pandemia e ai lockdown che in quell’anno avevano colpito intere filiere.

L’inizio di un conflitto che tutt’ora è in corso e di cui non conosciamo bene i confini, l’aumento del costo delle materie prime, l’inflazione imperante in buona parte dei Paesi Avanzati compresi gli Stati Uniti: tutti questi fattori hanno portato recentemente le stime del Governo a un forte ribasso. Il Fondo Monetario Internazionale ha infatti tagliato le stime di crescita per il 2022 e per il 2023: nel 2022 la crescita prevista si fermerà al +2,3% mentre quella del 2023 al +1,7%.

Mettendo da parte il futuro, quali sono stati gli anni in cui l’Italia è cresciuta di più in termini di PIL?

Negli ultimi 40 anni il record di crescita è nel 1988.

L’analisi della variazione del PIL reale dal 1980 ad oggi: indica che l’anno di maggior successo per il PIL reale negli ultimi 40 anni è stato il 1988. La crescita registrata in quell’anno è stata pari a +4,1 punti percentuali con il rapporto debito/PIL che era ancora fermo a un valore inferiore a 91 punti. Nel 1988 il deficit/PIL era sceso di 11 punti e la disoccupazione si attestava a poco più di 10 punti.
Il secondo anno con la migliore variazione del PIL reale è stato il 2000, quando si è avuta una crescita di 3,7 punti. Già allora, però, il rapporto debito/PIL raggiungeva i 108,58 punti. Sul terzo gradino del podio troviamo invece il 1980 quando la variazione è stata di 3,5 punti.

Negli anni Duemila le variazioni negative più forti

Ma se questi sono stati gli anni migliori dal 1980 in poi, quali sono stati i peggiori? In realtà le variazioni negative più forti in termini di PIL sono avvenute proprio in questi ultimi anni – escludendo il 2020 -. Nel 2009 il PIL reale è sceso di 6,6 punti, anche a causa della crisi finanziaria americana e dell’instabilità del Governo. Nel periodo 2012-2013, quando la crisi del debito ha portato ingenti problematiche all’Italia, la variazione del PIL è stata costantemente negativa: -2,8 punti nel 2012 e -1,7 punti nel 2013. Nel 2013, inoltre, la disoccupazione era salita a 12,1 punti: quasi il doppio rispetto al 2008.

Le Regioni con il PIL pro capite più alto e più basso

Ma se abbiamo visto i dati delle variazioni percentuali del PIL reale, quali sono le Regioni che hanno il PIL pro capite più alto (in migliaia di euro)?
In cima alla classifica troviamo la Provincia di Bolzano dove il dato è superiore a 48,1 mila euro. Seguono la regione con più abitanti d’Italia, la Lombardia, dove il PIL pro capite è di 39,7 mila euro, e la Provincia Autonoma di Trento con un PIL pro capite di 38,8 mila euro. Tra le prime regioni ci sono poi la Valle d’Aosta e l’Emilia Romagna, rispettivamente con 38,8 e 36,7 mila euro.
E le Regioni dove il PIL pro capite è più basso? Sono Campania, Sicilia e Calabria. La Calabria, fanalino di coda, si ferma a 17.300 euro a persona.