Un dimezzamento netto dei vitalizi dei politici, e contestualmente un taglio del 12% alle pensioni al di sopra degli 80.000 euro lordi l’anno; così il presidente dell’Inps Tito Boeri ha rilanciato le proprie proposte per una revisione del sistema pensionistico, revisione rimasta fuori dalla legge di Stabilità 2016 ma che tornerà sul tavolo del governo per quella del 2017.
LE PROPOSTE – Boeri ha parlato durante la trasmissione “In mezz’ora” di Lucia Anninziata, rilanciando le proprie idee per una riforma completa del sistema previdenziale. Queste prevedono il dimezzamento dei vitalizi politici qualora superino gli 80-85 mila euro lordi l’anno. Contestualmente, Boeri ha ipotizzato anche un taglio per le pensioni “normali”, ossia dei comuni cittadini: qualora superino la soglia di 80 mila euro, verrebbero ridotte del 12%. Inoltre, nel caso di alcune categorie, il taglio potrebbe essere accompagnato dalla revisione (al ribasso) del coefficiente di trasformazione.
LA PLATEA – “Ci sono dirigenti di aziende, personale delle Ferrovie dello Stato e altre categorie che hanno avuto trattamenti di riguardo, soprattutto rispetto a quando andare in pensione”, spiega Boeri, secondo il quale si tratterebbe di “una platea piccola, circa 200 mila persone”. I soldi risparmiati verrebbero utilizzati all’interno del sistema pensionistico, per finanziare la dibattuta flessibilità in uscita. Nella serata di martedì, peraltro, l’omonima trasmissione di Giovanni Floris ha proposto un sondaggio in merito, evidenziando come la maggioranza degli italiani sia d’accordo con le proposte di Boeri mentre una parte degli interpellati si dice contraria non tanto nel merito, quanto per il timore che possa trattarsi di un inizio per arrivare poi a tagliare tutti gli assegni pensionistici.
BILANCIO INPS – Infine, interpellato sullo stato di salute della stessa Inps, Boeri ha spiegato: “È un errore definire l’Inps un ‘carrozzone’. Sulla cattiva reputazione dell’Inps pesano le leggi che sono a monte, ma l’Inps deve applicare queste leggi. Il bilancio dell’Inps non deve preoccupare questi pensionati che dovrebbero preoccuparsi solo in caso di fallimento dello Stato. C’è un equivoco di fondo, non si sanno leggere i bilanci dell’Inps. Il bilancio Inps fornisce una fotografia limitata della stabilità del sistema”.
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