E’ allarme morti sul lavoro. L’impegno di Meloni: no nuove norme, applicare quelle esistenti

In Italia nei primi 9 mesi dell'anno si contano 790 vittime: sono 88 morti al mese

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Redazione

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“Non possiamo accettare che un diciottenne come Giuliano De Seta, e cito lui per ricordare tutte le vittime, esca di casa per andare a lavorare e non torni mai più”. Il tema della sicurezza sul posto di lavoro ha trovato spazio anche nel discorso programmatico del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla Camera ricordando la vicenda dello studente 18enne di Ceggia, morto in un incidente in una fabbrica di Noventa di Piave mentre stava facendo uno stage nel percorso di alternanza scuola-lavoro nel settembre scorso. “Tutti – ha aggiunto Giorgia Meloni nel suo discorso alla Camera – concordiamo sull’importanza di porre fine alla tragedia degli incidenti, anche mortali, sul lavoro”. Il presidente si è quindi impegnata a porre fine alla piaga delle morti sul lavoro, non con nuove leggi, ma garantendo la piena attuazione delle norme esistenti.

I numeri

’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre ha ricordato che sono 790 i lavoratori che da gennaio a settembre 2022 hanno perso la vita da Nord a Sud del Paese con una media di 88 vittime al mese, erano 85 fino ad agosto 2022. “Una media tragica che, oltre ad aumentare rispetto al mese precedente, sottende oltre 20 decessi alla settimana e circa tre infortuni mortali al giorno. Sono 574 gli infortuni mortali verificatisi in occasione di lavoro e 216 in itinere. Lo scorso anno i decessi totali erano 910, quindi, apparentemente stiamo osservando un decremento della mortalità (-13%)”, ha dichiarato il presidente Mauro Rossato sottolineando però che quest’anno sono quasi sparite le vittime Covid (14 su 677 secondo gli ultimi dati disponibili di fine agosto 2022) che, invece, lo scorso anno costituivano più di un terzo dei decessi sul lavoro (271 su 772). “Questo significa solo una cosa: passata l’emergenza pandemica, rimane quella dell’insicurezza sul lavoro”, h aggiunto.

L’indice di incidenza della mortalità

L’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre ha elaborato il rischio reale di morte dei lavoratori, regione per regione e provincia per provincia. L’Osservatorio mestrino analizza così l’indice di incidenza della mortalità, cioè il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa regionale e provinciale, la cui media in Italia nei primi nove mesi dell’anno è di 25,5 decessi ogni milione di occupati (Vedi anche i numeri dei primi cinque mesi dell’anno).

In zona rossa finiscono 4 regioni

A finire in zona rossa alla fine dei primi nove mesi del 2022, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale sono: Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige, Calabria e Umbria. In zona arancione: Basilicata, Sicilia, Puglia, Molise, Campania, Toscana, Marche e Piemonte. In zona gialla, cioè sotto la media nazionale: Veneto, Lazio, Emilia Romagna, Lombardia, Abruzzo e Sardegna. In zona bianca, ossia la zona in cui l’incidenza delle morti sul lavoro è la più bassa: Liguria e Friuli Venezia Giulia.