A due anni dallo scoppio della pandemia, con il Governo deciso ad allentare le restrizioni (qui il calendario delle riaperture), ci si ammala ancora di Covid a lavoro? E quali sono i professionisti più a rischio? La buona notizia è che, secondo l’ultimo report Inail, anche se nel primo bimestre 2022 i contagi sul lavoro hanno registrato un aumento, di questi sono meno i casi che hanno poi portato alla morte.
Contagi sul lavoro, aumentano i casi ma – per la prima molta – diminuiscono i morti
Le infezioni di origine professionale dall’inizio della pandemia rilevate dal 25esimo report della Consulenza statistico attuariale Inail (consultabile qui) sono 229.037, ovvero 17.647 in più rispetto al mese precedente (+8,3%), di cui:
- 8.111 riferiti a febbraio;
- 8.421 a gennaio 2022;
- mentre gli altri 1.115 casi sono per il 92% riferiti al 2021 (il restante 8% al 2020).
C’è stato quindi un aumento dei contagi a lavoro, complessivamente, ma – come già anticipato sopra – i dati dicono anche che i decessi denunciati all’Istituto sono 835, 12 in più rispetto al dato di fine gennaio (ma solo due sono avvenuti nei primi due mesi di quest’anno, mentre gli altri 8 sono riferiti al 2021 e altri 2 al 2020). Salvo denunce tardive che saranno rilevabili nei successivi monitoraggi mensili, i due decessi di febbraio sono gli unici denunciati nel primo bimestre di quest’anno.
“L’incidenza sul totale degli infortuni è tornata ai livelli di due anni fa”, si legge nella nota Inail, “con 33.311 contagi denunciati nel primo bimestre, il 2022 pesa al momento il 14,5% sul totale dei casi”.
Chi si ammala di più di Covid a lavoro oggi
Da due anni a questa parte abbiamo imparato che l’evoluzione di un virus può essere imprevedibile (a tal proposito, qui l’ultimo allarme lanciato in merito alle varianti e qui un elenco dei nuovi sintomi tra i pazienti positivi).
Da quello che è emerso dai dati Inail, sul fronte lavoro, nell’ultimo mese l’età media dei contagiati si è ridotta di un anno. “L’età media dei contagiati dall’inizio della pandemia è di 46 anni per entrambi i sessi – di legge – ma nell’ultimo mese di rilevazione è scesa a 45 anni”.
In particolare, le statistiche dicono che:
- il 41,3% del totale delle denunce riguarda la classe 50-64 anni;
- seguono le fasce di età 35-49 anni (36,8%);
- poi under 35 anni (20,0%) e over 64 anni (1,9%).
Gli italiani sono l’87,3%, mentre il restante 12,7% delle denunce riguarda lavoratori stranieri. Le nazionalità più colpite, in particolare, sono quelle rumena (21,0% dei contagiati stranieri), peruviana (12,5%), albanese (8,1%), moldava (4,5%), ecuadoriana e svizzera (4,1% per entrambe).
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Contagi sul lavoro: i professionisti più a rischio
La maggioranza delle infezioni di origine professionale riguarda le donne: la quota femminile è del 68,3%. La componente femminile supera quella maschile in tutte le regioni, con le sole eccezioni della Sicilia e della Campania, dove l’incidenza delle donne sul totale dei contagi segnalati all’Inail è, rispettivamente, del 47,1% e del 46,0%.
I professionisti più esposti a rischio, tuttavia, rimangono quelli impegnati nel comparto sanitario: tecnici della salute, operatori socio-sanitari e medici sono ai primi tre posti tra le professioni più colpite. L’analisi per professione dell’infortunato conferma che la categoria dei tecnici della salute è quella più coinvolta dai contagi, con il 37,4% delle denunce, l’82,6% delle quali relative a infermieri.
Le altre professioni più colpite sono quelle degli operatori socio-sanitari (17,2%), dei medici (8,9%, oltre un terzo internisti e generici), degli operatori socio-assistenziali (6,2%), degli impiegati amministrativi (5,2%) e del personale non qualificato nei servizi sanitari, che comprende ausiliari, portantini e barellieri (4,5%).
Non a caso, il 63,7% delle denunce sono state presentate dai lavoratori del settore sanità e assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili…). Altri comparti produttivi hanno registrato nel corso del 2021, ma anche nel primo bimestre di quest’anno, incidenze di contagi professionali maggiori rispetto al 2020, come ad esempio il trasporto e magazzinaggio che, in particolare, a gennaio 2022 conta anche il numero più elevato di denunce da inizio pandemia (quasi 2.900 casi), con una flessione a febbraio (quasi 600).