Una domanda che molti di voi stanno rivolgendo a QuiFinanza riguarda il green pass e lo smart working. In particolare, dopo l’entrata in vigore dell’obbligo di super green pass al lavoro per tutti gli over 50, sia nel settore pubblico che privato, non è chiaro se la regola valga anche per chi lavora a distanza, in smart working.
Ricordiamo che fino al 31 marzo 2022 causa Covid vigono regole diverse per lo smart working nella Pubblica amministrazione e nel privato: la differenza è che, per il settore pubblico, è necessario l’accordo individuale, come previsto dalla legge 81/2017, mentre nel settore privato è ancora ammessa la forma semplificata di smart working, con attivazione unilaterale da parte del datore di lavoro.
Ma gli over 50 in smart working hanno come i colleghi in presenza l’obbligo di vaccinarsi o di essere guariti, nonostante non siano fisicamente in una sede di lavoro?
Indice
Green pass obbligatorio anche per il lavoro da casa?
A differenza di quanto si possa immaginare, la risposta è affermativa: sì, il super green pass è obbligatorio anche per chi lavori in modalità agile. Anche chi è in smart working e ha dai 50 anni in su, dunque, è obbligato ad avere il super green pass, cioè ad essere in regola con il ciclo vaccinale, oppure deve essere guarito dal Covid.
Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha spiegato che la norma primaria prevede l’introduzione dell’obbligo vaccinale per gli over 50, “è chiaro quindi che l’obbligo è esteso a tutta questa categoria e a questa fascia d’età. E’ quindi confermato anche per chi lavora da casa”.
Certo si pone un problema di controlli: chi verifica, e come? “I controlli sono un’operazione più complicata rispetto alle verifiche sui luoghi di lavoro, ma non escludo che ci possano essere” dice Costa. “Ad oggi a chi non si vaccina sono precluse anche altre attività, come i trasporti, i ristoranti o i cinema. Quindi c’è anche un altro modo per controllare chi non è vaccinato”, osserva in un’intervista a “Radio Anch’io” su Rai Radio 1 (qui quanto serve davvero il green pass e quando verrà eliminato).
Per non perderti le ultime notizie e ricevere i nostri migliori contenuti, iscriviti gratuitamente al canale Telegram di QuiFinanza: basta cliccare qui
Per quali lavoratori è obbligatorio il green pass
Ricordiamo che per tutti coloro che hanno meno di 50 anni per lavorare vige comunque l’obbligo di green pass base, cioè ottenibile anche con tampone. Il certificato è obbligatorio per accedere ai luoghi di lavoro pubblici e privati e anche in questo caso per chi è in smart working.
Più precisamente, è richiesto a:
- tutti i lavoratori del settore pubblico e privato a partire dai 50 anni di età (fino al 15 giugno 2022)
- chiunque svolga un’attività lavorativa nel settore privato, anche colf, badanti e baby sitter
- tutti i soggetti che svolgono, a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa, formativa o di volontariato presso una sede privata, anche con contratto esterno
- tutto il personale delle Amministrazioni pubbliche per accedere ai luoghi di lavoro, che è tenuto a essere in possesso, da esibire su richiesta, della Certificazione verde
- tutto il personale di autorità indipendenti, come Consob, Covip, Banca d’Italia, enti pubblici economici e organi di rilevanza costituzionale. Il vincolo vale anche per i titolari di cariche elettive o di cariche istituzionali di vertice
soggetti, anche esterni, che svolgono a qualsiasi titolo la propria attività lavorativa o formativa presso le pubbliche amministrazioni - il personale amministrativo, i magistrati, i difensori, i consulenti, i periti e altri ausiliari del magistrato estranei alle amministrazioni della giustizia, per l’accesso agli uffici giudiziari (l’obbligo non vige invece per i testimoni e le parti del processo)
- i partecipanti ai concorsi pubblici.
Cosa succede allo smart working dopo il 31 marzo?
L’altra domanda che tantissimi si stanno facendo è cosa succederà allo smart working una volta terminata la fase emergenziale il 31 marzo.
Lo smart working post-Covid sarà “più dinamico” di quello che abbiamo conosciuto durante la pandemia, che è stato fondamentalmente il lavoro svolto da casa in una situazione di sostanziale isolamento, a volte anche prolungato nel tempo. Il lavoro agile, secondo quanto previsto dalla legge 81 del 2017, si caratterizza per l’alternanza fra lavoro in presenza e lavoro da remoto, ma durante la pandemia abbiamo conosciuto il volto emergenziale di questa modalità di lavorare (qui ad oggi le regole dello smart working nel settore privato).
Il governo dovrà intervenire, ma – come anticipato da Pasqualino Albi, consigliere giuridico del Ministro del Lavoro intervistato da Rai News – “è improbabile un secco ritorno alla situazione pre-pandemica“.
Lo smart working è diventata una modalità di lavoro destinata a cambiare almeno rispetto alla forma in cui l’abbiamo conosciuta durante l’emergenza sanitaria. “La questione è molto complessa, ma alcuni elementi sembrano piuttosto chiari”: è “improbabile” un netto ritorno alla situazione precedente.
Nelle economie avanzate – spiega Albi – una parte significativa della forza lavoro potrebbe lavorare da remoto senza che si determini una riduzione della produttività. “Si tratta di un segnale da cogliere con grande attenzione perché fenomeni di questa portata non vanno subiti, ma governati. Dobbiamo attrezzarci a gestire la possibile transizione di una parte non trascurabile del mondo del lavoro verso forme stabili di lavoro agile”.
Non c’è comunque ancora un modello predefinito. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha istituito una commissione di studio, presieduta proprio da Albi, che sta cercando di capire com’è andata in base alle diverse esperienze maturate nei luoghi di lavoro, sia pubblici che privati, e cogliere le esigenze emerse sul campo.
E’ probabile che lo smart working post-pandemia avrà differenze soprattutto connesse all’organizzazione e all’attivazione dello strumento, fermo restando l’accordo individuale, che nelle Pubbliche amministrazioni si ricollega anche alla programmazione che ciascuna amministrazione deve fare e in cui deve far rientrare anche il lavoro agile.