Buste paga più ricche già dal mese di maggio. L’annuncio è arrivato da esponenti del governo che confermano la volontà da parte del Consiglio dei ministri di accelerare con l’approvazione del decreto sul taglio del cuneo fiscale entro la fine di aprile. Dopo le dichiarazioni del viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, che a commento del Def ha fatto sapere che “questo ulteriore taglio scatterà dal mese di maggio e riguarderà i lavoratori dipendenti con retribuzioni medio-basse”, un’ulteriore garanzia sulle tempistiche l’ha fornita anche il suo collega al Mef, Federico Fermi: “Stiamo lavorando affinché possa valere dal mese di maggio. Quindi è verosimile che possa arrivare entro la fine del mese” ha detto il sottosegretario in un’intervista a Radio 24.
Taglio del cuneo fiscale, l’intervento del Governo
Il provvedimento annunciato dal governo in seguito al via libera del Documento di economia e finanza, sarà sostenuto dai 3,4 miliardi di euro ricavati grazie proprio alle stime più favorevoli sui conti pubblici fatte dal Mef. In attesa del Decreto che definisca i criteri di accesso al taglio del cuneo fiscale, la misura destinata ai dipendenti sia del pubblico che del privato con redditi medio-bassi dovrebbe dunque essere valida da maggio fino a dicembre 2023.
L’intervento si aggiungerà al taglio di due punti percentuali sul cuneo stabilito in Manovra per i redditi fino a 35mila euro, disposto dal precedente esecutivo a guida Draghi e portato a tre punti dall’attuale governo per chi guadagna fino a 25mila euro.
La limatura delle tasse sul lavoro nella legge di Bilancio aveva avuto un costo di circa 5 miliardi di euro che, con l’aggiunta di questi ulteriori 3 miliardi di euro diretti alle famiglie più i difficoltà, di cui abbiamo parlato qui, potrebbe portare a un effetto raddoppio sugli stipendi dei lavoratori coinvolti.
Finora il taglio ha portato, per la fascia sotto i 25mila euro, a un risparmio mensile di circa 41 euro, pari a 493 euro annui. Per i reddito tra i 27.500 e i 35.000 euro l’aumento si è rivelato più esiguo: circa 30 euro in più, tra i 360 e i 390 in totale all’anno (qui avevamo ipotizzato di quanto potrebbero essere i nuovi aumenti sugli stipendi).
Cuneo fiscale, possibile taglio di un altro punto
La riduzione del cuneo fiscale potrebbe essere inserita nel Decreto Lavoro sul quale è a lavoro la ministra Marina Elvira Calderone, che durante un evento di Fondimpresa ha annunciato il taglio di un altro punto percentuale sui contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti: “Gireremo la maggior parte di questo intervento ancora una volta a sostegno delle famiglie e dei redditi da lavoro” ha rilanciato la responsabile del Lavoro.
L’intervento salirebbe così a una riduzione del 4% del cuneo, a fronte di un obiettivo per l’arco della legislatura, ha spiegato ancora la ministra, di 5 punti totali in meno.
Misure che per i sindacati non sono sufficienti per proteggere gli stipendi dei lavoratori dall’inflazione. “Il taglio del cuneo fiscale non basta, serve intervenire sui salari” ha commentato il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri.
Per la Cisl, il taglio del cuneo contributivo “sulle retribuzioni medio-basse nel periodo maggio-dicembre” con risorse per 3,4 miliardi è un provvedimento su cui “siamo favorevoli ma che tuttavia giudichiamo ancora insufficiente per rispondere al problema della difesa delle retribuzioni rispetto all’inflazione. C’è, poi, il tema dei contratti pubblici da rinnovare e quello del fiscal-drag che taglia le retribuzioni reali”.