Una delle più grandi società multinazionali di consegna di cibo dell’India, Zomato, ha annunciato che darà a tutte le dipendenti 10 giorni di “ferie mestruali” all’anno. Si tratta, evidentemente, di un vero e proprio momento di rottura, un cambio di passo rivoluzionario, soprattutto in un Paese dove le mestruazioni rimangono ancora oggi un argomento tabù.
In India, così come in molti altri Paesi del Sud del mondo, le mestruazioni sono un argomento così inaffrontabile che le donne in molte case non sono autorizzate a cucinare o toccare nessuno durante il ciclo, in quanto considerate impure e sporche. Trattandosi di tabù, spesso alle ragazze non vengono insegnate pratiche sicure e igieniche.
La rivoluzione di Zomato
Zomato, che ha acquistato Uber India all’inizio del 2020, è la multinazionale di più alto livello a introdurre il congedo mestruale. Il fondatore e CEO di Zomato Deepinder Goyal ha detto che le donne – ma attenzione anche le persone transgender – avrebbero diritto a un giorno di congedo mestruale per ogni ciclo. “Non ci deve essere vergogna o stigma nel richiedere il permesso” ha detto.
Quante volte le donne hanno dovuto, e devono, camuffare i dolori mestruali – per alcune davvero forti – con altro: mal di pancia, mal di stomaco, debolezza… “In Zomato vogliamo promuovere una cultura di fiducia, verità e accettazione” ha detto il Goyal. “Zomato sa che uomini e donne nascono con realtà biologiche diverse. Il nostro lavoro è assicurarci di dare spazio ai nostri bisogni biologici, senza abbassare l’asticella della qualità del nostro lavoro e dell’impatto che creiamo”.
Come funziona il congedo mestruale
L’obiettivo dichiarato è costruire una politica del lavoro più inclusiva. E dunque, a partire da oggi, tutte le dipendenti, comprese le persone transgender, di Zomato possono usufruire fino a 10 giorni di congedo mestruale in un anno. Perché 10? Perché la maggior parte delle donne ha 14 cicli mestruali in un anno. Adeguando la probabilità di avere il ciclo durante un fine settimana, viene riconosciuto il diritto di usufruire di 10 giorni di ferie in più rispetto agli uomini.
Le dipendenti potranno chiedere un solo un periodo di congedo per ogni ciclo mestruale. E nel caso in cui dovessero essere vittime di molestie o commenti di cattivo gusto da parte di uomini o donne sul fatto che hanno richiesto un congedo mestruale, o che ne parlino, l’azienda ha chiesto espressamente di segnarlo al POSH, il centro interno a Zomato dedicato alla prevenzione delle molestie sessuali, all’indirizzo: speakup@zomato.com.
Zomato ha anche redatto una sorta di vademecum con indicazioni utili per le donne:
- il congedo dovrebbe essere utilizzato solo se non si è davvero in grado di occuparsi del lavoro
- se devi prenderti un giorno libero, richiedi le ferie sul portale delle risorse umane, comunica al tuo team che non sarai disponibile, riprogramma le riunioni e comunica in modo proattivo se le scadenze subiscono un impatto
- non abusarne
- prenditi cura di te stessa: concentrarti regolarmente sul fitness e sulla dieta, che hanno un impatto positivo su ogni aspetto della tua salute fisica e mentale
- una nota per gli uomini: questa è una parte della vita e, sebbene non comprendiamo appieno ciò che le donne attraversano, dobbiamo fidarci di loro quando dicono che hanno bisogno di riposare.
Le polemiche
La decisione di Zomato ha suscitato un dibattito online, con alcuni che si sono lamentati su Twitter del fatto che le donne dovrebbero avere diritto a 12 giorni invece di 10. Altri non sono stati d’accordo. Altri ancora hanno avvertito del pericolo che dare alle donne un periodo di congedo mestruale potrebbe aprirle alla discriminazione di genere sul posto di lavoro.
Ranjana Kumari, direttrice del Centro no-profit per la ricerca sociale, che sostiene i diritti delle donne in India, ha riconosciuto che alcune persone credono che il congedo mestruale faccia sembrare che le donne abbiano una disabilità e possa rendere più difficile per le donne trovare un impiego. Ma ha comunque accolto con favore l’iniziativa di Zomato, dicendo che aiuta a normalizzare il corpo delle donne e consente loro di prendersi cura della propria salute.
Come funziona nel mondo
Già il Bihar, uno degli stati più popolosi dell’India, aveva consentito alcuni anni fa alle donne di prendersi due giorni di ferie ogni mese per “ragioni biologiche”. Tuttavia, il governo federale indiano non ha spinto a cambiare le regole nazionali sul congedo mestruale. Regolamenti imili sono stati introdotti da anni in un certo numero di province cinesi e altri Paesi asiatici. In Giappone, ad esempio, le donne hanno ottenuto il congedo mestruale nel 1947.
Una ricerca pubblicata nel 2019 sulla base di un sondaggio condotto su 32.748 donne olandesi di età compresa tra 15 e 45 anni ha rilevato che l’81% ha dichiarato di essere stato meno produttivo a causa dei sintomi mestruali. I ricercatori hanno calcolato che in media le donne erano assenti dal lavoro o dalla scuola per 1,3 giorni all’anno a causa del ciclo mestruale e la perdita di produttività era equivalente a 8,9 giorni all’anno.
A quando il congedo mestruale in Italia?
E in Italia come siamo messi? Male. Se ne parla pochissimo, anche se dal 2017 giace in Parlamento un disegno di legge che prevede un congedo retribuito di 3 giorni al mese, concesso alle lavoratrici che soffrono di dismenorrea durante il ciclo. La proposta porta la firma della deputata Romina Mura del Pd e di tre college dem.
Posto che le donne sono comunque più precarie e meno retribuite degli uomini, questo disegno di legge ha un solo articolo, declinato in sei commi. La donna che soffre di mestruazioni dolorose ha diritto a un congedo per un massimo di 3 giorni al mese. Il disturbo dovrà essere certificato da un medico specialista e l’attestazione andrà rinnovata, e presentata, di anno in anno. Le lavoratrici costrette a stare a casa riceveranno una indennità pari al 100%della retribuzione giornaliera e i giorni di permesso per il ciclo non potranno essere equiparati ad altre cause di assenza dal lavoro, a cominciare dalla malattia.
La possibilità di chiedere e avere questa licenza sarà data alle donne con contratti di lavoro subordinato o parasubordinato, a tempo pieno o parziale, a tempo indeterminato, a tempo determinato e a progetto, nel settore privato così come nel settore pubblico.