Si va verso un ampliamento della platea del Bonus 200 euro, il sostegno introdotto dal Governo con il Decreto Aiuti a inizio maggio per far fronte all’aumento generale dei prezzi (ne abbiamo parlato qui). Il Movimento 5 Stelle ha presentato un emendamento che potrebbe estendere la misura anche al personale precario della scuola e Ata con contratti in scadenza a giugno.
L’emendamento M5s: cosa può cambiare
Nel testo dell’emendamento proposto dal M5S si legge che gli insegnanti con contratto a tempo determinato “con scadenza a giugno percepiranno i sostegni al reddito, ma non il Bonus perché il requisito è il sostegno al reddito su quel mese oppure la busta paga”. Il partito pone dunque l’accento su quella che definisce “una criticità che va subito sanata, poiché crea ulteriori distinguo tra precari e incide sulla qualità della vita” (occhio alla beffa per chi resterà escluso dal Bonus).
I precari della scuola dovranno insomma attendere che l’iter parlamentare prosegua e giunga a una soluzione. Anche perché il portale della Camera dei deputati, in relazione al Decreto Aiuti (DL 50/2022, presentato il 17 maggio), riferisce che il testo “assegnato alle Commissioni riunite V Bilancio e Tesoro e VI Finanze” è giunto all’esame in Commissione il 25 maggio. Ad oggi però non risultano ancora emendamenti presentati.
A chi spetta il Bonus
Il Bonus 200 euro è pensato per aiutare circa 31,5 milioni di soggetti, più della metà dei cittadini italiani. È rivolto a lavoratori dipendenti, autonomi e pensionati con redditi fino a 35mila euro lordi ed è stato esteso in seguito anche a disoccupati, stagionali, colf e precettori del Reddito di cittadinanza (qui parliamo di come cambiano le modalità di erogazione per queste categorie).
Si tratta di una misura una tantum che viene erogata in un’unica soluzione in busta paga con gli stipendi del mese di luglio. Il tutto in forma automatica, senza bisogno di una domanda esplicita. Nel caso dei pensionati se ne occuperà direttamente l’Inps. Fa eccezione chi percepisce il Rdc: l’Istituto verificherà le singole situazioni per escludere chi già ottiene il bonus in quanto pensionato e le famiglie dove risulta che uno dei componenti ne abbia diritto in quanto lavoratore dipendente.
Nel complesso, l’indennità garantita dal Governo costerà 6,3 miliardi di euro, a cui vanno poi aggiunti i 500 milioni stanziati per il sostegno ai lavoratori autonomi (l’aiuto spetta anche agli invalidi? Ne parliamo qui).
Il mondo della scuola
La maggior parte del mondo della scuola rientrerà quindi nell’elenco del bonus. Per gli insegnanti di scuola secondaria superiore, ad esempio, parliamo di uno stipendio di inizio carriera di poco meno di 22mila euro lordi, che dopo più di 35 anni di servizio può salire a circa 32mila euro lordi all’anno. Nel caso dei collaboratori scolastici le cifre scendono di molto, fissandosi attorno ai 15mila euro annui lordi. Potrebbero rimanere esclusi i dirigenti scolastici e i direttori amministrativi a fine carriera.
Ora tocca all’Esecutivo verificare la sostenibilità finanziaria per l’eventuale estensione del Bonus ai precari della scuola.