Smart working, cambia tutto: chi potrà usufruirne e fino a quando

L’approvazione del Milleproroghe porta con sé nuove regole per il lavoro agile: cosa cambia tra i dipendenti pubblici e i lavoratori di aziende private

Dopo aver compiuto lotta contro il tempo per approvare la legge di Bilancio entro il 31 dicembre scorso (a soli due mesi dall’insediamento del suo governo e con lo spettro dell’esercizio provvisorio da scongiurare), la premier Giorgia Meloni si era convinta di poter vivere una primo parziale periodo di tregua con l’arrivo del 2023. E invece così non è stato: dai rapporti sempre più incrinati con la Francia di Emmanuel Macron alla polemica scoppiata con l’aumento dei costi per diesel e benzina, la leader di Fratelli d’Italia ha dovuto iniziare il nuovo anno con il coltello fra i denti.

A dare la mazzata finale alle speranze di tranquillità della presidente del Consiglio ci ha pensato il decreto Milleproroghe, la cui approvazione è da sempre un appuntamento fisso per ogni esecutivo nel periodo compreso tra la prima e la seconda metà di febbraio. Il testo uscito dal Consiglio dei ministri con l’approvazione unanime è riuscito a superare anche la prova del Parlamento, con la maggioranza che si è dimostrata coesa votando il provvedimento senza alcuna apparente divisione. Eppure, l’unità del centrodestra non è bastata ad evitare nuovi scossoni, questa volta da parte del Quirinale.

Decreto Milleproroghe, nuove regole per il lavoro agile

Sono ben due le ragioni che hanno spinto Sergio Mattarella ad inviare una nota di rimprovero all’esecutivo in occasione della promulgazione del decreto Milleproroghe. Il presidente della Repubblica non ha voluto rinviare il testo alle Camere (atto che rientra tra le sue facoltà secondo quanto indicato dall’articolo numero 76 della Costituzione), ma ha sottolineato come manchi l’uniformità necessaria sia a livello qualitativo – con l’annosa questione delle concessioni balneari che da decenni pone il nostro Paese in conflitto con l’Unione europea – sia a livello quantitativo.

Quest’ultimo appunto è stato fatto dal Capo dello Stato sottolineando come siano troppe le materie affrontate nel provvedimento, di cui la maggior parte scollegate tra loro. Ad esempio, oltre al capitolo sull’appalto delle spiagge e dei litorali, hanno trovato posto nel decreto Milleproroghe anche il rinvio della scadenza per l’utilizzo del Fascicolo Sanitario Elettronico da parte dei medici e l’introduzione di nuove agevolazioni per i mutui accesi dai cittadini under 36. Un pot-pourri di interventi che non è piaciuto alla più alta carica del nostro ordinamento istituzionale.

Proroga dello smart working, chi potrà richiederla e chi viene escluso

Una delle misure più attese da parte di milioni di lavoratori in tutta Italia era quella sulla proroga dello smart working per i soggetti fragili, un retaggio del periodo di chiusura totale durante lo scoppio dell’emergenza pandemica da Covid-19. La possibilità di usufruire del cosiddetto lavoro agile – tanto per i dipendenti delle aziende private, quanto per i contribuenti del servizio pubblico – viene confermata fino al prossimo 30 giugno. Uno spostamento della deadline di 6 mesi, visto che il termine indicato in precedenza dal governo di Mario Draghi era stato fissato per lo scorso 31 dicembre 2022.

La norma riguarderà anche i soggetti che al momento si trovano con uno o più figli a carico, purché si tratti di ragazze o ragazzi con un’età inferiore ai 14 anni. Inoltre, va comunque segnalata una disparità di trattamento per quello che riguarda quest’ultima voce: infatti, la proroga dello smart working per i genitori con figli da mantenere sarà valida solamente per coloro che operano come dipendenti di imprese del settore privato. Vengono quindi esclusi i lavoratori delle aziende pubbliche, che dovranno tornare in ufficio e trovare una soluzione per l’accudimento della prole a casa.