L’opposizione, esclusa Italia Viva continua pressare il governo per dare il via al salario minimo orario di 9 euro, previsto dalla loro proposta di legge. Ma cosa prevede, specificatamente, il testo del provvedimento? E come potrebbe cambiare il calcolo del numero di lavoratori italiani che attualmente guadagnano cifre più basse se si aggiungono al conteggio anche Trattamento di fine rapporto e la 13esima mensilità?
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Salario minimo, per il governo meglio taglio del cuneo e bonus
Secondo dati Inps, i lavoratori che al attualmente guadagnano meno di 9 euro lordi all’ora – se nel computo non si includono Tfr e 13esima – sono 4,6 milioni. Se invece si conteggiano anche il Trattamento di fine rapporto e la 13esima, la cifra scende a 1,9 milioni di persone.
Analizzando l’articolo 2 della proposta di legge depositata alla Camera dei Deputati, si può vedere come il testo faccia riferimento al “trattamento economico minimo orario previsto dai CCNL”. Ciò significa che la retribuzione oraria sarebbe in realtà superiore ai 9 euro all’ora, perché, nel caso dei lavoratori dipendenti, andrebbero aggiunte al conto anche Tfr e 13esima.
Salario minimo, per il 23% di italiani oltre i 12 euro all’ora
Per la maggioranza, più che sul salario minimo, sarebbe meglio puntare sul taglio del cuneo fiscale diminuendo così il costo del lavoro. Per farlo bisogna però reperire i fondi necessari, anche perché serviranno molte risorse per confermare i tagli fiscali già in vigore. Nondimeno, osservando la discrepanza tra netto e lordo rispetto a dieci anni fa, chi ha salari bassi paga già meno di prima. Non è scontato quindi che si potrà intervenire molto.
Tra i contrari alla proposta di un salario minimo, ci sono coloro che ritengono che in questo modo si creerebbe una condizione per cui in molti casi non si salirebbe più al di sopra di 9 euro. L’esperienza di altri Paesi insegna, che la paga minima oraria, anche se decisa da una normativa, non sia un assioma insuperabile: ad esempio in Germania si è passati dagli 8,25 euro del 2015 ai 12 di oggi, con la prospettiva di arrivare a 12,82 euro nel 2025). L’Italia è uno dei pochi Paesi a non avere un salario minimo tra i Paesi dell’Ue.
Il salario minimo secondo la Ggil
Secondo il segretario della Cgil Maurizio Landini la proposta di legge sul salario minimo è soltanto l’inizio. Il suo sindacato si impegna a combattere contro la precarietà. Anche la CGIA è favorevole al minimo salariale per legge, purché sia misurato dal TEC. Per Landini il governo Meloni non può risolvere tutto solo con il taglio del cuneo. L’obiettivo finale della Cgil, sostiene in un’intervista a Repubblica il suo segretario, è eliminare tutti i contratti precari.
“Il salario minimo orario legale deve essere parte di un intervento legislativo che dà valore generale ai contratti nazionali per tutti, in tutti i settori e per tutti i lavoratori, autonomi inclusi», esordisce Landini. Con queste condizioni, dice, la proposta delle opposizioni è «uno strumento, un passo avanti». Mentre il governo, aggiunge il leader Cgil, «non pensi di risolvere l’emergenza dei salari più bassi d’Europa solo con il taglio del cuneo o inventandosi gabbie salariali. È il momento di applicare la Costituzione. Con una legge che misuri la rappresentanza e assegni i diritti ai lavoratori di votare gli accordi che li riguardano ed estenda erga omnes i contratti nazionali. Nei contratti non c’è solo il trattamento economico minimo”.